Economia

Talento soncinese intelligenza artificiale, Michele Grazioli nella cover story di 'Forbes'

Dall’azienda artigiana del settore edile di famiglia, alla copertina di ‘Forbes’, il magazine internazionale che stila la classifica dei più influenti personaggi dell’economia mondiale. Al 25enne Michele Grazioli, originario di Soncino, è dedicata la cover story del primo numero del 2021 della rivista, nella quale spiega come l’intelligenza artificiale potrà aiutare ad uscire dalla crisi anche la piccola impresa di stampo tradizionale.

Un vero bambino prodigio, Michele, che inizia a rapportarsi coi computer a sei anni, quando lo zio, che lavora nel campo dell’informatica, gliene regala uno. Comincia ad applicarsi e gli riesce molto bene, tanto che a 13 anni realizza un algoritmo per ottimizzare i tempi di lavoro del papà e del nonno in modo da poter offrire loro ritmi di vita più distesi. E’ solo il primo passo di una serie di implementazioni che lo portano a sviluppare software sempre più aderenti alla gestione di un’azienda, fino alla recente startup di cui è Ceo,  ‘VedrAI’, che si occupa appunto di Proactive Decision Making e Intelligenza predittiva.

Dopo aver lavorato con grandi imprese in Europa e nel mondo era stato inserito nei mesi scorsi dalla stessa rivista Forbes tra i cinque giovani innovatori più influenti in Italia. “Mi occupo di Intelligenza Artificiale, e non so se da grande sarò un bravo imprenditore, ma so che continuerò a sognarlo”, fa sapere dalla sua pagina Facebook, commentando la cover story.  “Ho sempre sognato di fare l’imprenditore, mi emozionavo guardando le fabbriche e i capannoni all’ingresso dei paesi, e fin da piccolissimo tiravo sempre indietro la sveglia perché nella mia testa l’imprenditore era il primo ad arrivare la mattina, e l’ultimo ad andarsene la sera. Volevo essere sempre il primo ad arrivare all’asilo, per la disperazione di mia mamma che alle 6 del mattino doveva sopportarmi sveglio e già col grembiule”.

Come scriveva già a novembre 2019 la stessa rivista, Michele è il fondatore di Divisible Global, una società che si occupa a 360° dell’implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale con l’obiettivo di migliorare il processo decisionale. In una più recente intervista rilasciata all’Ansa, ripercorre i suoi esordi legati all’azienda di famiglia: “Ero alto un metro e venticinque, pesavo 20 chili, volevo dare una mano,  ma non è che in cantiere potessi essere un granché utile, così mi sono messo a scrivere software. La piccola impresa è il mondo dal quale provengo e che mi piacerebbe valorizzare con le opportunità tecnologiche che abbiamo adesso. Quello che questi strumenti sanno fare molto bene è mettere in relazione quello che avviene all’interno dell’azienda e quello che avviene fuori per fare delle previsioni e aiutare a prendere delle decisioni”, anche in un contesto di rottura come quello del Covid. Avere dati affidabili e disponibili per fare previsioni, se di per sé costituisce una chiave fondamentale nel successo di un’impresa, è diventato ancora più importante in questo frangente storico di rapidi cambiamenti nella vita delle aziende, favorendone la capacità di controllo. 

IL RECOVERY FUND E L’IMPORTANZA DI PREVEDERE IL CAMBIAMENTO – “L’emergenza Covid – dichiarava Grazioli lo scorso settembre in un’intervista all’Adnkronos –  ha creato una discontinuità storica, cioè non c’è una storicità negli ultimi anni” su cui ‘tarare’ le tecnologie. “Ciò vuol dire che utilizzare solo algoritmi che possono imparare da soli non può essere l’unica e migliore soluzione”. Piuttosto, argomenta il Ceo di Vedrai, “il migliore approccio per conoscere oggi le ricadute certe degli investimenti” che si faranno con i fondi europei, “sarebbe un approccio misto: IA e progettualità umana”.
“Il migliore approccio – spiegava l’imprenditore – è utilizzare prima una generazione di idee che arrivano dalle persone, serve un intervento umano per proposte valide su cui investire, ma poi una volta che ci sono diversi scenari già delineati a supporto, si può sicuramente utilizzare l’Intelligenza Artificiale per una previsione dettagliata di quale sarà l’impatto di questi investimenti sull’economia del Paese da qui a 15-20 o 30 anni”.
“L’Intelligenza Artificiale – osservava  il Ceo di Vedrai- è una tecnologia che può aiutare a fare scelte ma non deresponsabilizza: la tecnologia in questo momento deve essere a supporto di chi prende decisioni”. Quindi, conclude Michele Grazioli, “non bisogna cadere nel tranello di utilizzare la tecnologia come giustificazione di una decisione. Io devo decidere qual’è il programma e gli scenari e la tecnologia mi permette di quantificare che lo scenario che ho ipotizzato sia uno scenario migliorativo altrimenti l’IA diventa solo un capro espiatorio se non si riescono ad ottenere i risultati che tutti noi auspichiamo”.

Giuliana Biagi

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