Cronaca

Mozione dei gruppi di maggioranza per chiedere la revisione delle scelte sull'Utin

Arriva anche in Consiglio Comunale la questione del ridimensionamento dell’Unità di terapia intensiva neonatale, dopo la sentenza del Tar Lombardia su un caso analogo all’ospedale di Rho. I capigruppo di maggioranza Lapo Pasquetti (primo firmatario), Roberto Poli ed Enrico Manfredini  hanno presentato oggi una mozione che chiede di sollecitare la Regione a rivedere la decisione presa un anno fa e il Governo a rivedere gli standard prevalentemente aziendalistici che stanno alla base del mantenimento di alcuni presidi sanitari sul territorio.

In particolare, la mozione impegna il Sindaco e la Giunta: 1) a rappresentare presso la Conferenza dei Sindaci di ATS Valpadana la necessità di intraprendere un’azione comune di pressione affinché, sulla spinta della citata sentenza del TAR Lombardia e dei principi in essa espressi, Regione Lombardia revochi le Delibere di Giunta oggetto di impugnazione per restituire ai territori presìdi sanitari più vicini ai cittadini;

2) a rappresentare presso l’A.N.C.I. e il Governo Nazionale la necessità di una revisione radicale dei criteri introdotto con il D.M. 70 del 2 aprile 2015 per una riorganizzazione del servizio sanitario che tenga in considerazione, in maniera preponderante, la necessità di garantire presìdi sanitari territoriali più vicini al cittadino, mediante la revisione degli standard oggi ispirati prevalentemente a criteri economici/aziendalistici a scapito del diritto alla salute costituzionalmente garantito;

3) a continuare il lavoro intenso per costruire luoghi di confronto con Regione, ATS e ASST, con Operatori Sanitari, forze politiche, Organizzazioni Sindacali, cittadini sul futuro della sanità, dei presidi ospedalieri e della medicina territoriale.

I firmatari sottolineano tra l’altro che “il progressivo depotenziamento della sanità cremonese da parte di Regione Lombardia e le incertezze sul futuro dell’Ospedale di Cremona hanno innescato l’esodo del personale medico verso altre strutture, mettendo ulteriormente in difficoltà il personale a tempo indeterminato con carichi di lavoro insostenibili, con rischio di peggioramento della qualità dei servizi;  di tali difficoltà e della necessità di ripotenziare la medicina territoriale e tutto il personale medico si sono fatti interpreti moltissimi sanitari cremonesi sottoscrittori lo scorso 27/10/2020 di una lettera aperta indirizzata, tra gli altri, all’assessore alla Sanità Regionale, al Direttore generale di ATS Valpadana, al Direttore Generale di ASST Cremona, di cui anche questo Consiglio Comunale si è fatto portavoce”.

L’innesco per questa nuova presa di posizione del mondo politico locale viene dalla sentenza del Tar Lombardia dello scorso 2 dicembre su ricorso collettivo dell’Associazione Genitori di Bambini Prematuri Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Rho, che ha annullato le delibere della Giunta Regionale lombarda n. XI/2395 e XI/2396 dell’ 11/11/2019 con conseguente ridimensionamento delle Terapie Intensive Neonatali in varie ASST della Regione, tra cui l’U.T.I.N. di Cremona.
Il Tar evidenzia  che queste delibere “sono da ritenersi illegittime per violazione dell’art. 5 co. 7 lett. a) della Legge Regionale Lombardia 30/12/2009 n. 33, in quanto adottate senza la preventiva obbligatoria consultazione delle autonomie locali nell’attività di programmazione territoriale in materia di sanità”. Inoltre  la consultazione obbligatoria delle autonomie locali in materia di riallocazione delle risorse sanitarie “deve essere ritenuta ancor di più necessaria in un particolare momento storico, come quello che il Paese e la Regione stanno vivendo a causa dell’epidemia in corso, in cui le scelte basate su standard piegati in modo preponderante sul versante della razionalizzazione e della riduzione dei costi sono state fortemente rimesse in discussione dalla necessità, per affrontare l’emergenza innescata dalla pandemia, di avere sul territorio presìdi sanitari più ‘vicini’ al cittadino”.
Anche l’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Cremona, ricordano i tre capigruppo, “ha riaffermato la propria contrarietà alla scelta regionale di chiudere l’unica Unità TIN dell’intera provincia cremonese auspicando, a fronte della recente sentenza del TAR, un ripensamento della decisione da parte di Regione Lombardia, in funzione della densità abitativa della città e della provincia e delle trasformazioni sociali in corso”.

Giuliana Biagi

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...