Cronaca

Il Terzo Settore ha incontrato il prefetto: raccomandazioni per contenimento contagio

Il Terzo Settore, la sua importanza sociale, il rapporto con la Prefettura, le amministrazioni locali e l’autorità sanitaria in questo momento cruciale della nostra storia recente: questi i temi oggetto del confronto voluto dal prefetto di Cremona, dott. Vito Danilo Gagliardi, e da lui introdotto stamattina in collegamento in videoconferenza con il mondo delle cooperative del territorio di Cremona.

Un incontro nel corso del quale il prefetto ha ringraziato per tutto quanto è stato fatto dai volontari, ma ha anche elencato alcune raccomandazioni operative per il contenimento del contagio, coadiuvato dal sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, e dal direttore dell’Ats Valpadana, Salvatore Mannino.

Il Prefetto ha introdotto il dibattito osservando come “nei mesi trascorsi abbiamo tutti compreso che il Sistema Sanitario Nazionale, la ricerca, l’istruzione e il digitale sono da considerare una sicurezza, l’ancora di salvataggio a cui fare ricorso nei momenti di crisi e di emergenza della comunità”.

In questo scenario il Terzo settore, nelle sue molteplici articolazioni, “si sta rivelando nella sua completezza, dimostrando il suo ruolo imprescindibile per sostenere la precarietà delle condizioni di lavoro e di vita che stanno colpendo strati sociali sempre più estesi della popolazione”.

 Uno dei tratti più salienti di questa nuova stagione del terzo settore è stato (e deve essere) la collaborazione stretta con i Comuni. Una ripartenza è possibile attraverso processi e sinergie che favoriscano la collaborazione locale tra terzo settore, pubblica amministrazione e società civile nel suo complesso, incoraggiando l’integrazione di competenze e di ruoli. 

 E’ seguito poi un appello, da parte del prefetto: “Affrontare questa pandemia ha un costo che è il conto della necessaria prudenza che bisogna pagare nei riguardi della particolare insidia che ci troviamo ad affrontare. Un conto che le associazioni devono essere in grado di pagare facendo un piccolo passo indietro e rimodulando, con la loro incredibile capacità di adattamento flessibile, l’offerta di servizi e di attività sul territorio. Le conseguenze della pandemia hanno comportano necessariamente uno stop ad attività di tipo formativo, culturale e ricreativo, come anche viaggi e visite guidate per soggetti più fragili.

Tutti sappiamo l’importanza che possono avere dal punto di vista terapeutico attività di questo tipo per il benessere delle persone più fragili, tutti siamo consapevoli della loro complementarità nell’ambito di un percorso di assistenza e di cura in favore di determinate categorie di soggetti. Proprio per questo motivo suona ancora più doloroso il sacrificio che però è necessario compiere in questo particolare momento date le circostanze attuali che richiedono di ridurre occasioni di contagio e quindi di spostamento”. 

Infatti, le insidie di questa pandemia non sono ancora terminate, è necessario rimboccarsi di nuovo le maniche e reagire. Si dovrà dunque agire “sempre senza correre rischi ed accettando alcuni compromessi e sacrifici obbligati, magari rimodulando la propria azione per evitare quelle situazioni, come viaggi o visite organizzate, che possano paradossalmente trasformarsi in un boomerang per il virus e contro chi invece vuole aiutare”. 

Il confronto ha costituito momento prezioso per consolidare il patto di collaborazione e solidarietà già vivo e presente fra mondo istituzionale e terzo settore, e quindi rinnovarlo per il futuro, confermando la disponibilità per il territorio e i suoi bisogni di queste ulteriori importanti risorse sociali nel contrasto al fenomeno pandemico in atto.

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