Cronaca

Beppegol a Cremona: 'Io un capro espiatorio, ora sono qui per difendere la mia credibilità'

Foto Sessa

E’ tornato a Cremona il processo sul calcioscommesse, ma il reato si è prescritto a metà ottobre. Prima di dichiararlo ufficialmente, però, il collegio dei giudici si è riservato, aggiornando l’udienza al 15 dicembre per approfondire il carteggio e gli effettivi tempi della prescrizione. Tra i cinque imputati rimasti, l’unico ad essersi presentato in aula è stato Beppe Signori, vicecampione del mondo con la nazionale italiana nel 1994, accompagnato dal suo legale di sempre Patrizia Brandi, del foro di Bologna. “Sono totalmente tranquillo e sereno”, ha detto Signori, che per due partite che gli sono contestate in altri procedimenti ancora aperti ha rinunciato alla prescrizione. Oggi l’avvocato Brandi ha depositato una memoria difensiva che proviene dal fascicolo del pm e dove “agli atti c’è la prova incontrovertibile dell’innocenza del mio assistito”. In questo processo, Signori non rinuncerà alla prescrizione: “Rimanere da solo come imputato in un processo che potrebbe durare ancora anni e dover richiamare moltissimi testimoni non ha senso”, ha detto il legale della difesa, che ha però richiamato ai giudici l’articolo 129 del codice penale che permette, qualora risulti evidente dagli atti, di emettere una sentenza di assoluzione.

“Da parte mia”, ha rilanciato Beppegol, che ha segnato 188 gol in serie A, “sono qui per difendere la mia credibilità, chiedo solo sia fatta giustizia. Nonostante le mie continue richieste passate, non sono mai stato ascoltato, tranne nell’interrogatorio di garanzia”, nel lontano 2011, quando Signori era finito agli arresti. “Eppure secondo l’accusa sarei il capo dei capi dell’organizzazione…”. Una vicenda che ha colpito Signori sia nell’animo che nel fisico. “Sono stato preso come capro espiatorio, c’era tutto un interesse mediatico, un nome, il mio e quello di Antonio Conte, che attirava i giornali sull’inchiesta”. “E’ stato un trauma”, ha detto l’ex campione, commuovendosi. “Non riesco a darmi una spiegazione di questo accanimento”. “Certo”, ha aggiunto, “con me non si danneggiava alcuna squadra, non essendo tesserato per alcuna società”. E poi, come ha spiegato il suo legale, c’è la ‘gaffe’ che riguarda i singaporiani, il gruppo di finanziatori attraverso il quale Signori è accusato di aver aggiustato il risultato delle partite: “Il singaporiano con cui il mio cliente era in contatto”, ha precisato l’avvocato Brandi, “non c’entra nulla con la banda di Eng Tan Seet” (capo dell’organizzazione che secondo i magistrati aveva aggiustato oltre 500 incontri di calcio scommettendo sui risultati esatti per un giro d’affari da 90 miliardi di dollari l’anno, n.d.r.), “tanto che il singaporiano che aveva contatti con Signori, in comune con la banda di Tan Seet aveva solo il fatto di essere anche lui di Singapore. Non c’entrava nulla, tanto che era stato rilasciato con tante scuse dopo l’arresto. Tra la banda dei singaporiani e il mio assistito non c’è mai stato neanche un contatto telefonico. E’ tutto agli atti”.

Prima di lasciare palazzo di giustizia, Signori, 5 figli, nato ad Alzano Lombardo, uno dei territori maggiormente colpiti dal coronavirus, ha auspicato che il prima possibile si possa tornare ad una vita normale. “Sarebbe bello che la gente tornasse allo stadio. L’augurio è quello che si riesca a recuperare la nostra serenità”.

L’avvocato Curatti

Il procedimento sul calcioscommesse è tornato nella città del Torrazzo dopo essersi concluso il 16 luglio del 2019 presso il tribunale di Bologna con la sentenza di non doversi procedere nei confronti di 26 imputati su 31. I restanti cinque, come a suo tempo deciso dalla Cassazione, devono essere giudicati a Cremona. Oltre a Signori, imputati sono l’ex calciatore serbo Almir Gegic, assistito dall’avvocato Vito Alberto Spampinato, Antonio Bellavista, ex capitano del Bari, Valerio Giosafatte, detto Cesare, un corriere al quale Bellavista si era affidato, e Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese, assolto dall’accusa di aver messo nelle bottigliette d’acqua dei compagni di squadra un sedativo per truccare la partita Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010. Quest’ultimo è difeso dall’avvocato Luca Curatti. Come parte civile ci sono la Figc, la Lega Pro e la Lega B.

L’avvocato Spampinato

Nel luglio del 2019 il tribunale di Bologna, dove il processo era stato trasferito dai giudici di Cremona, aveva pronunciato la sentenza di non luogo a procedere per 26 imputati, dichiarando estinta l’accusa di partecipazione ad associazione a delinquere, ritenuta operante fino al 2011, per ex calciatori come Cristiano Doni, Stefano Mauri, Sergio Pellissier, Stefano Bettarini, Luigi Sartor, Kewullay Conteh, Mauro Bressan, Roberto Goretti, Alex Pederzoli e Francesco Ruopolo. Al vaglio erano rimaste le posizioni dei cinque presunti promotori e capi dell’associazione, tra cui Signori. Nel frattempo era arrivata la sentenza della Cassazione che, chiamata in causa proprio dal tribunale di Bologna, nel settembre dell’anno scorso aveva decretato che la competenza era di Cremona, disponendo la trasmissione degli atti dell’indagine esplosa nel giugno di nove anni fa. Anche per gli ultimi cinque imputati, però, i tempi per la prescrizione stranno per dichiarare chiusa definitivamente la vicenda.

Sara Pizzorni

Foto di Francesco Sessa

Signori con il suo avvocato

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