Cronaca

E' scomparso Amilcare Acerbi, grande pedagogista amico di Cremona

Grave lutto nel mondo della pedagogia. E’ scomparso Amilcare Acerbi, classe 1945, piacentino ma con una lunga serie di collaborazioni a livello nazionale, oltre che con la provincia di Cremona: fondatore e responsabile della prima City Farm italiana a Pavia; co-ideatore del Centro per la cultura ludica e progettista dei sette centri di cultura per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Torino, e, sempre nel capoluogo piemontese, consulente del Comitato Italia 150, sezione scuola e didattica. Ma Acerbi era anche presidente del Comitato italiano per il gioco infantile e co-fondatore della srl Zeroseiup, casa editrice e gruppo di formazione e consulenza pedagogica e vanta diverse pubblicazioni in ambito pedagogico e per l’infanzia.

A Cremona Acerbi aveva collaborato con l’assessorato alle Politiche Educative in diversi mandati amministrativi, a partire dal 2010, prima con il sindaco Bodini e poi con Perri. Il Progetto ZERO/18 che si proponeva di avvicinare alle realtà produttive del territorio bambini e ragazzi delle varie fasce d’età, aveva raggiunto ottimi risultati ed era stato presentato anche a livello internazionale a Soderhamn (Svezia) durante un convegno internazionale relativo alle pratiche educative all’insegna della creatività e dell’innovazione. Un progetto che fin dai primi anni aveva coinvolto 63 classi  fra tutte le scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado della città, 21 sezioni di scuole infanzia, 11 classi scuola primaria, 11 classi scuola secondaria di 1° grado, 20 classi scuola secondaria di 2° grado, 71 aziende aderenti, 23 tra associazioni e istituzioni proponenti, 2.000 studenti coinvolti e 124 insegnanti impegnati.

Sua anche l’idea di ‘Cremona Gustosa’, progetto pluriennale che nel 2013 venne presentato al salone Il Bontà, ideato per sviluppare le conoscenze dei giovanissimi, dei giovani e delle loro famiglie  intorno al cibo nella  sua importante valenza sociale, culturale, oltre che risorsa economica della nostra terra.

Da qualche tempo collaborava a Casalmaggiore al fianco di Carlo Stassano e dell’Atletica Interflumina, promuovendo progetti di crescita dei ragazzi non solo dal punto di vista sportivo. Appassionato sostenitore, ad esempio, dell’iniziativa legata al recupero di Cascina Sereni per realizzare una sorta di centro giovanile, aveva dato vita a diversi seminari, insegnando a bambini e adolescenti l’importanza del contatto con la natura e l’ambiente circostante. “Ci ha lasciato un vero uomo – lo ricorda così Stassano – una persona meravigliosa, ricca interiormente, generosa, sempre attenta agli altri, un passo avanti su tutto. La persona è sempre stata al centro dei suoi interessi, in un mondo in continuo mutamento, bisognoso di essere retto da pensieri di verità, da sentimenti di giustizia, di onestà, di condivisione, di inclusione”.

Acerbi è stato anche un grande divulgatore sui temi dell’infanzia, collaborando nel primo decennio del Duemila con il quotidiano La Cronaca, scrivendo articoli che erano una fucina di idee per sviluppare le grandi potenzialità dei bambini che non sempre l’ordinaria pratica scolastica riesce  a fare emergere. E anche quest’anno, lo scorso giugno aveva inviato a Cremonaoggi le sue riflessioni sul difficile periodo del lockdown, in un articolo ancora oggi purtroppo d’attualità.

“Il lockdown è una grande occasione, pur nella tristezza di un momento come questo. Ai bambini non dispiace dormire un po’, avere più tempo per giocare e stare vicino ai propri genitori, magari aiutandoli a fare cose. Inoltre sono rassicurati dall’entrare in confidenza con un adulto, per cui è importante che vadano assecondati ed incoraggiati, oltre a parlargli e ad ascoltarli. Un incoraggiamento che significa guardare con attenzione e discutere di ciò che fanno, valorizzarlo, conservarlo, magari esprimere un giudizio che non deve essere necessariamente positivo, anche se tutto questo non deve essere fatto in modo scolastico”, scriveva  tra l’altro. “In definitiva, inviterei i genitori ad affrontare questi giorni con lo spirito che si aveva quando si aspettava il proprio figlio: essere cioè contenti orgogliosi, felici della situazione, essere pronti a fare di tutto e quant’altro. Recuperare quello spirito è importante, passare del tempo coi propri figli rinsalda la relazione ed è una scelta che pagherà per il futuro”.

 

 

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