Chiesa

Soresina, Messa in ricordo delle vittime del Covid Vescovo: 'Debitori d'amore'

(foto diocesidicremona.it)

Si è svolta nella giornata di ieri, domenica 6 settembre, la messa al cimitero di Soresina per ricordare le vittime durante il periodo più critico dell’emergenza Covid, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni. In questa, che è stata una delle realtà maggiormente messe alla prova, tra il 21 febbraio e il 15 maggio sono stati 164 i decessi, molti dei quali proprio a motivo della pandemia. Per tutti loro non è stato possibile celebrare i funerali, così la celebrazione presieduta dal Vescovo ha avuto un significato particolare per molti.

“Siamo debitori d’amore”, il messaggio sottolineato nell’omelia dal vescovo Napolioni che, aprendo la sua riflessione, non ha voluto dimenticare le difficoltà di tante famiglie a seguito di settimane di chiusure e lavoro interrotto. “Siamo qui – ha continuato mons. Napolioni – perché in debito con i nostri familiari, con i quali non abbiamo potuto condividere gli ultimi atti. Siamo qui per onorare questo debito di affetto e di fede”.

Il Vescovo ha quindi aggiunto: “In questo momento e in questo luogo riaffermiamo il bisogno di non eliminare il pensiero della morte. Umanizzare il momento della morte ci serve a non illuderci, a non delirare. E dunque a gustare la vita in ogni istante: non nella maniera di chi la vuole bruciare perché non la ritiene un cantiere in cui costruire cose belle, ma la subisce. Se la morte umana ci serve, la morte cristiana ci salva. Noi non dobbiamo essere salvati dalla morte per evitarla, ma attraverso la morte siamo salvati”.

Dopo la Messa, animata dai cori parrocchiali, il suono del silenzio eseguito alla tromba da Simone Lanzanova e Federico Luccini, della banda cittadina, ha introdotto il toccante il momento di commemorazione in cui il sindaco Diego Vairani ha letto, uno per uno, i nomi di tutti coloro che non ci sono più: padri, madri, nonni, nonne, fratelli, sorelle, figli e figlie. Un momento che ha avuto come sottofondo la musica del maestro Alessandro Manara e Claudia Galvani (rispettivamente alla tastiera e al violino) ed è stato accompagnato da molte lacrime.

Da ultimo un altro gesto di particolare significato: la benedizione della nuova croce posta sulla cime della cupola che sovrasta l’altare centrale del cimitero. Una croce in ferro battuto realizzata dall’artigiano cividalese Angelo Brunoni su disegno del parroco, don Angelo Piccinelli. Legati alla croce un tralcio di vite con un grappolo d’uva e alcune spighe di grano, piegate e spezzate. Immagine “della vigna biblica, di una storia di infedeltà ma anche di straordinario amore”.

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