Politica

Toninelli-Bodini, le ragioni dei 'sì' e dei 'no' al Referendum. Stoccate a Renzi

Un dibattito educato ma vivace, quello che ha contrapposto Danilo Toninelli e Paolo Bodini, rappresentanti rispettivamente dei movimenti per il ‘si’ e per il ‘no’ al referendum sul taglio dei parlamentari. Un momento di discussione e di confronto su una tematica delicata, in vista dell’appuntamento con le urne previsto per il 20-21 settembre.

“E’ una riforma di buon senso, che ci porta ai livelli degli altri Paesi europei” ha detto Toninelli. “Ora siamo il Paese con il più alto rapporto tra abitanti e parlamentari. Questa legge è gia stata approvata 4 volte, a maggioranza, dal parlamento”. Per Toninelli, quello del 20  21 settembre sarà un quesito molto più semplice e lineare di quello del referendum Renzi Boschi, che modificava ben 47 articoli della costituzione: qui se ne modificano solo tre. Infine, per Toninelli, troppi parlamentari oggi sono assenteisti: “in qualsiasi azienda – ha detto – sarebbero da lasciare a casa”.

Diversa la posizione di Bodini, secondo cui quella del taglio dei parlamentari è “una legge sbagliata, perché la rappresentanza è il cuore delle democrazia: più siamo rappresentati più l’espressione del popolo giunge nei palazzi del potere”. Secondo Bodini, inoltre, con il taglio l’Italia diventerebbe “il Paese con la più bassa rappresentanza in Europa”. E prima di tagliare, secondo il leader di Articolo 1, “bisogna cambiare i meccanismi i di elezione del parlamento”. E quindi la legge elettorale.

Ma questa legge, per Toninelli, servirebbe a riavvicinare la gente alla politica: “Chi oggi che non va a votare lo fa perché non ha fiducia nell’istituzione politica, in quanto non si sente rappresentato”. Questo perché “troppo spesso i palazzi della politica ha fatto scelte che erano applicate solo a chi stava fuori dal palazzo. Ora stiamo dimostrando che la politica oggi in grado di assumere scelte negative per la casta. Ricordiamo che se dovesse vincere il no, non sarà possibile riformare nei prossimi decenni alcunché delle istituzioni politiche”.

Ma per abbattere la casta, secondo Bodini, ci sono altri metodi: “ad esempio tagliare i gettoni a chi è assente in parlamento”. E si torna sul tema della legge elettorale: “Che garanzie abbiamo che dopo il referendum ci sara nuova legge elettorale? E se cadesse il Governo? Se anche fossi d’accordo col taglio – ma non certo 345 parlamentari – se vincesse il si, metteremmo il carro davanti ai buoi, nel senso che non abbiamo garanzie che le altre riforme vengano fatte, ad  esempio la riforma del senato che implica  4 altri passaggi parlamentari”. Tuttavia non vuole essere una guerra tra le due forze al Governo: “Abbiamo tanti punti in comune con M5S” rimarca Bodini. “Oggi lottiamo, ma speriamo poi di poter tornare a collaborare”.

E’ d’accordo l’esponente pentastellato, secondo cui “M5S e Pd stanno lavorando bene insieme e credo questo punto ci divida ma non rompa un’unione nata con programmi che stiamo portando avanti”. Ma rassicura Bodini sul tema della legge elettorale: “Faremo quello che c’è da fare. Bisogna dare ai cittadini gli strumenti democratici da utilizzare, facendo una legge che consenta loro di esprimere le preferenze. Lottiamo per un parlamento con un numero giusto di parlamentari tutto scelto dai cittadini”. D’altro canto, secondo Bodini, quello che conta “non è la quantità dei parlamentari, ma la qualità del lavoro che viene fatto dal Parlamento”.

Accordo, tra i due contendenti, anche sul referendum costituzionale promosso da Renzi anni fa. Toninelli ha giustificato una sua frase contro la riforma di Renzi, pronunciata 4 anni fa: allora era una risposta a Renzi che “aveva mascherato con il taglio dei senatori una riforma costituzionale di ben più ampia portata”. Oggi, “siamo davanti invece a una riforma puntuale”. Ma “se c’è da dire qualcosa contro Renzi”, ha replicato Bodini, “io ti batto di sicuro”.

Giuliana Biagi – Laura Bosio

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