Cronaca

Paride Formentini: da Cremona alla presidenza della Banca Europea per gli Investimenti

di Marco Bragazzi

Poche persone in Italia possono vantarsi di aver letteralmente attraversato da protagonista la storia della economia italiana. Tra queste vi è stato anche un cittadino cremonese, dal nome quasi completamente sconosciuto, ma che ha vissuto e cambiato il profilo della storia economica italiana ma non solo. Paride Formentini era nato in città nel 1899, figlio di un decoratore di chiese, Angelo, e di Ester Parietti ha portato avanti i suoi studi all’istituto Beltrami per poi, una volta diplomato, accedere alla facoltà di Economia di Genova ma, nel frattempo, lavorare come ragioniere al Banco del Monte di Pietà cittadino. Formentini rappresenterà uno dei protagonisti dei due grandi punti di svolta nella storia economica italiana del XX secolo, punti che hanno cambiato il nostro paese in maniera profonda ed essenziale, tanto che oggi l’Italia vive ancora su alcuni retaggi economici basati sulle scelte fatte dal cremonese.

Torniamo però a Cremona durante la Prima guerra Mondiale quando il giovane Paride viene chiamato alle armi, finisce in trincea come ufficiale e, al pari di tanti coetanei, verrà colpito da febbre tifoide con conseguente rientro e convalescenza a Cremona. Il tifo sarà la sua “fortuna” nel senso che, in convalescenza, riesce a portare avanti gli studi poi, una volta guarito, le trincee che lo aspettavano erano ormai vuote e la guerra era finita, così il giovane Paride finisce il periodo di ferma obbligatoria e poi torna a lavorare in città allo zuccherificio Eredi Frazzi, dove comincia ad occuparsi di una visione diversa nel rapporto tra le banche e l’economia di produzione delle aziende. La laurea con massimi voti arriverà nel 1920 e, poco dopo, su proposta del Ministero dell’Industria, una borsa di studio per perfezionamento all’estero, dove Formentini avrà la possibilità di conoscere una visione diversa del rapporto tra gli istituti di credito e la politica, visione che doveva avere sempre come punto d’incontro quello delle aziende di produzione. Da quel momento il cremonese comincerà una carriera nel mondo della politica e della finanza che attraverserà tutte le più grandi aziende private e pubbliche italiane del XX secolo.

Il suo talento per l’analisi dei bilanci è incredibile, la sua visione è quella di un sistema integrato tra la finanza e l’economia di produzione integrazione che, siamo all’inizio degli anni ’30, lo porterà a sviluppare il primo sistema finanziario di settore, quello delle comunicazioni. Dopo aver partecipato con Enrico Cuccia alla formazione dell’IRI, venne messo a capo della STET (antesignana della Telecom Italia) dove proporrà per la prima volta una holding tra varie aziende telefoniche locali con una visione unica del settore, visione che garantiva una stabilità enorme rispetto a quelle precedenti. Banco di Roma, Pirelli, STET, IRI, sono alcune delle aziende dove Formentini riuscirà a dare un’impronta economica e finanziaria differente, dopo la STET il cremonese riuscirà ad applicare lo stesso processo di armonizzazione e di tutela anche in buona parte del settore assicurativo, dividendosi tra gli impegni delegati dal governo all’estero e la direzione di aziende che dovevano garantire il superamento della crisi finanziaria arrivata dopo il 29 ottobre 1929, ovvero quel “martedì nero” della borsa statunitense che cambierà le sorti della storia economica mondiale. Con la Seconda guerra Mondiale il suo ruolo diventerà fondamentale nella ripresa e nella ricostruzione del profilo economico italiano devastato dal conflitto, dopo la gestione dell’IMI – l’istituto mobiliare italiano – Luigi Einaudi lo vorrà a suo fianco in Banca d’Italia per far rinascere l’istituto che, primo su tutti, doveva garantire la ricostruzione del paese.

Ma la già incredibile carriera di Formentini è solo all’inizio, il 1° giugno 1959 diventa presidente della BEI, la Banca Europea per gli Investimenti, ovvero la principale fonte di finanziamento delle opere pubbliche per quei paesi che avevano aderito al progetto di Comunità Europea. La BEI rappresenta, all’interno della Comunità Europea, la principale istituzione per lo sviluppo, per gli investimenti e per il progetti di cooperazione finanziaria in tutto il mondo, in pratica tiene “i cordoni della borsa” dei governi europei. Il cremonese imposterà subito un sistema di lavoro e di sviluppo dei progetti che, a 60 anni di distanza, è praticamente rimasto lo stesso di quello studiato dal diplomato del Beltrami. In oltre 10 anni di presidenza Formentini riuscirà a dare lo sviluppo alla Autostrada del Sole e alla Cassa del Mezzogiorno, il suo lavoro, fino alla pensione nel 1970, sarà preso come di punto di partenza da parte della Comunità Europea per lo sviluppo di svariate opere, la sua visione di una stabilità, con i suoi numerosi scritti divisi tra la finanza e l’economia di produzione si rivelerà incredibile. Paride Formentini, un straordinario cittadino cremonese quasi dimenticato.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...