Politica

Sindaci in campo per il NO al Referendum: 'Serve ampia rappresentanza territoriale'

E’ nato a Cremona il Comitato nazionale di Sindaci e Amministratori Locali per il NO al referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Ad annunciarlo, attraverso una nota congiunta, i sindaci Michel Marchi (Gerre de’ Caprioli), Gianluca Savoldi (Moscazzano) e Roberto Mariani (Stagno Lombardo). Una scelta maturata alcuni giorni fa dopo l’incontro pubblico alla presenza del Segretario del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito Maurizio Turco.

“Al comitato cremonese – spiegano i tre – avevamo già aderito spontaneamente portando la nostra testimonianza a favore delle tesi per il no. L’idea di far nascere un movimento nazionale che possa racchiudere i sentimenti dei tanti amministratori locali d’Italia vuole rafforzare ancora di più le motivazioni convinte del nostro NO. Sono infatti i Sindaci e gli Amministratori a intrattenere più spesso i rapporti con gli enti sovraordinati, parlamento compreso; e per questo possiamo meglio spiegare l’importanza e la necessità di mantenere una rappresentanza territoriale ampia per poter gestire le istanze del territorio e darne attuazione per quanto possibile”.

Dopo l’esperienza, “traumatica sotto diversi punti di vista”, dell’emergenza sanitaria, si è compreso come “i Sindaci siano i veri punti di riferimento dei territori che amministrano. Ma lo sono, e potranno continuare ad esserlo, solo se conteranno anche in futuro su una solida interlocuzione con Roma e i suoi apparati”.  Il Partito Radicale ha predisposto un sito internet www.sindacoperilno.it dove tutti gli amministratori d’Italia potranno aderire liberamente. “Più saremo – concludono Mariani, Marchi e Savoldi – e più forte sarà la nostra voce, una voce che viene dai territori per i territori.  Invitiamo i nostri colleghi Cremonesi a sottoscrivere l’appello”.

Nel frattempo, anche il sindaco di San Daniele Po, Davide Persico si è schierato per il NO: “Se avessi un rappresentante territoriale inefficace in Parlamento, non agirei affinché il suo seggio venisse cancellato, eliminato. Attenderei le prossime elezioni facendo in modo di sostituirlo con una persona più efficiente e volenterosa, magari radicata al territorio e non paracadutata da un segretario di partito senza criterio di rappresentanza alcuna”. “Asportare seggi – aggiunge – non è la soluzione, battagliare invece per una legge elettorale che permetta, senza sotterfugi, di far prevalere il volere politico della gente di scegliere democraticamente la propria rappresentanza è la strada da percorrere. Curare (democraticamente) e non amputare preventivamente. Credo sia la soluzione migliore”.

Persico quindi conclude: “Per questo ho deciso di espormi affermando con forza il mio voto negativo al referendum costituzionale del 20 settembre 2020. Andrò a votare e metterò una croce sul NO, perché è un referendum senza quorum e anche un manipolo di persone al voto sarebbe determinante. Io voto NO. Perché cambiare il parlamento senza riforme serie e concrete rappresenta una amputazione democratica che già ben conosciamo con la porcheria messa in atto anni fa con le provincie”.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...