Cronaca

109 milioni per l'autostrada Cremona-Mantova: 'Pochi, benedetti e, forse, inutili.'

Pochi, benedetti e, forse, inutili. I 109 milioni e 800 mila euro accantonati dalla Regione per il finanziamento dell’autostrada Cremona-Mantova non sono spiccioli e neppure una carità. Sono una goccia di un mare grande 1 miliardo e 83 milioni di euro. Almeno secondo le stime. Manca un progetto, ma è un dettaglio. Arriverà presto: è un’autostrada.
Per alcuni politici si tratta di una vittoria del territorio e di un riconoscimento dell’utilità dell’opera, medaglietta da inserire nel palmares provinciale che, per la verità, non brilla di successi.
Per i sostenitori dell’infrastruttura, una svolta decisiva. Se si vuole esagerare, un momento storico. Per i contrari, soldi sprecati che potrebbero essere impiegati per scelte più funzionali allo sviluppo della nostra provincia. Per gli scettici e i furbetti, un punto interrogativo in attesa di sviluppi e poi decidere su quale carro salire.
Per i pragmatici un grosso problema.

Il miliardo di gocce mancanti, nodo gordiano da sciogliere per iniziare i lavori, non si raccattano con promesse e bei discorsi. Chi procurerà i soldi? Lo Stato? Un consorzio di banche? Un pool di società private? Se si esclude un crowdfunding forzato, cioè una gabella pagata dai cittadini, quale strumento finanziario verrà utilizzato per raccogliere i fondi necessari per realizzare l’intervento? A caval donato non si guarda in bocca, ma non è sconveniente porre interrogativi. Bloccare circa 110 milioni di euro pubblici in attesa di costruire un autostrada contestata da una parte della popolazione, maldigerita da qualche politico e pubblico amministratore, non condivisa da alcuni tecnici è la scelta migliore per il nostro territorio?
Sia detto senza equivoci, l’autostrada non è inutile. Se verrà costruita sarà acclamata da tantissimi, ma in questo momento storico figura in cima alla lista degli investimenti indispensabili e non rinviabili? Sia detto altrettanto chiaro e forte che non è solamente una questione di tipo ambientale, convitato di pietra onnipresente nelle discussioni sulla costruzione di infrastrutture, bensì di economia e di rapporto costi/benefici. Giustappunto, di priorità.

Non sarebbe stato più conveniente destinare i 110 milioni ad interventi più urgenti, ma soprattutto più essenziali per il territorio?
Un aiuto in questa direzione lo fornisce il Masterplan 3C, la Bibbia della programmazione territoriale: a pagina 73 gli estensori del documento identificano «8 infrastrutture critiche nella Provincia di Cremona che, in totale, generano un costo per la collettività pari a 160 milioni di Euro ogni anno (l’1,7% del PIL provinciale)». Potrebbe essere utile rileggere quella pagina, ma anche la precedente, la successiva e molte altre per valutare meglio e con una visone ampia gli interventi da privilegiare.

La scelta della Regione è stata presa per assecondare il marketing politico in un momento in cui Milano non gode della massima popolarità o è stata valutata nei dettagli e comparata con altri possibili interventi in provincia di Cremona? E’ un interrogativo. Un dubbio. Siamo sicuri che il futuro della provincia di Cremona sia Mantova? Anche qui un ausilio può venire dal documento citato. «La quasi totalità (90%) degli imprenditori rispondenti all’indagine per il Masterplan 3C ritiene che lo sviluppo della Città Metropolitana di Milano rappresenti una opportunità per la Provincia di Cremona» (pagina 76).

Quali i tempi di realizzazione dell’opera?
Per riqualificare la Paullese sono trascorsi decenni e i lavori non sono ancora terminati. Per il canale navigabile, stendere un velo pietoso è opera meritoria. Senza dimenticare l’esperienza della Brebemi, che doveva spaccare il mondo e invece arranca e stenta decollare. Non è farlocca, ma, probabilmente non indispensabile.
Per chiudere il cerchio: si è certi che i 110 milioni verranno utilizzati? O rimarranno in stand by, in attesa che si trovi il miliardo per completare il mare? E se il mare non viene completato? Se Godot mantiene la tradizione e, ancora una volta, non arriva? Allora il pochi, benedetti, forse, inutili non è fuori luogo. Sarebbe un peccato, l’ennesima occasione persa.

Antonio Grassi

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