Odysseus, il Maggiore Papaleo sentito 5 ore in Procura: 'Sono sereno, fiducia nella giustizia'
AGGIORNAMENTO – Per cinque ore è stato sentito negli uffici della procura di Piacenza come persona informata sui fatti in merito all’operazione Odysseus che vede coinvolti diversi carabinieri della stazione Levante, posta sotto sequestro. Al termine del colloquio con il procuratore capo di Piacenza Grazia Pradella e con i pm Matteo Centini e Antonio Colonna, il maggiore Rocco Papaleo, attuale comandante della Compagnia di Cremona, si è limitato a dire di essere sereno. “Il mio compito non è chiarire la vicenda, ma rispondere alle domande dell’autorità giudiziaria. Per il resto non ho nulla da dichiarare. Ritengo di aver fatto il mio dovere fino in fondo, credo nell’Arma dei Carabinieri e nella giustizia”. Era stato proprio il maggiore, per dieci anni alla guida del Nucleo investigativo di Piacenza, a far partire l’indagine con una segnalazione.
L’attuale comandante della compagnia carabinieri di Cremona, convocato in procura per un’altra indagine, aveva riferito di aver ricevuto messaggi da un uomo di nazionalità marocchina che diceva di essere un informatore dei carabinieri e che riceveva, come ricompensa per le informazioni, della droga custodita in un contenitore presente alla caserma Levante. In base a quanto raccontato dall’informatore, quando le risposte non erano esaustive, veniva minacciato. L’uomo aveva inoltre aggiunto che i militari di quella caserma avrebbero organizzato anche a festini a base di stupefacenti e in presenza di prostitute. Papaleo aveva ritenuto attendibili le dichiarazioni del marocchino mentre era insospettito dal tenore di vita di un carabiniere della Levante, in seguito arrestato.
Gli episodi contestati ai militari di Piacenza riguardano anche il territorio cremonese. Nel febbraio scorso, uno degli indagati si era recato insieme ad uno spacciatore in una concessionaria del territorio cremonese, aggredendo e pestando il venditore affinché gliela cedesse a un terzo del suo valore. In merito ci sono delle intercettazioni, in cui uno degli arrestati, che quel giorno accompagnava il militare, esprime frasi piuttosto esplicite su quanto accaduto: “Hai presente Gomorra? (…) guarda che è stato uguale (…) Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.