Cronaca

Morelli (Cattolica): 'A S.Monica un'agorà per l'innovazione' Obiettivo: primi corsi a ottobre

Uno dei sopralluoghi dei mesi scorsi (pre Covid) nella ex chiesa del complesso di Santa Monica - foto Sessa

Università Cattolica al lavoro per avviare le lezioni del prossimo anno accademico dal 5 ottobre, nel nuovo campus di santa Monica, trasferendoli da palazzo Ghisalberti di via Milano. E’ quella la data – obiettivo a cui l’ateneo sta puntando, in una corsa contro il tempo aggravata dai mesi di blocco del cantiere causa Covid, a cui si affianca in queste settimane, la necessità di reperire in tempi record tutte le attrezzature necessarie alla didattica. Una situazione in questo senso paragonabile a quella degli altri atenei italiani, basti pensare alle nuove norme di contenimento del contagio che stanno costringendo ad allestire spazi adeguati  (la vastità di santa Monica sarà un vantaggio per Cremona), banchi distanziati, ma anche una rete informatica che consenta di svolgere le lezioni a distanza, indispensabili sia per gli studenti italiani che per quelli stranieri che potrebbero non avere ancora ottenuto il visto per tornare a studiare in Italia.

La prima porzione del campus a venire aperta sarà come noto l’ex magazzino carri, dove sono state realizzate le aule e la caffetteria. Per altri spazi occorrerà attendere la primavera del 2021, quando saranno anche terminate le opere di restauro degli affreschi che hanno rivelato straordinarie sorprese, come nell’ex refettorio del convento (che diventerà biblioteca) o nell’ex chiesa destinata ad aula magna.

Lorenzo Morelli

“La convenzione annunciata ieri tra università ed enti territoriali – spiega Lorenzo Morelli, professore di Scienze e tecnologie alimentari, direttore del Centro Ricerche Biotecnologiche e del DiSTAS, il dipartimento che studia una filiera agro-alimentare sostenibile – è il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2013 con la Camera di Commercio e concretizzatosi nel Cremona Food Lab”, progetto cofinanziato per tre anni da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, a cui hanno partecipato anche gli enti locali, che ha costituito un ponte tra ricerca universitaria e industria alimentare. La fase finanziata è terminata quest’anno ed era necessario non disperdere la rete di conoscenze acquisite e collaborazioni sorte tra imprese e ricerca scientifica nel campo dell’agroalimentare, valorizzando la ricerca nel campo del dolciario, dei salumi, del lattiero caseario. Il Food Lab dispone di attrezzature all’avanguardia utili per sperimentare nuovi alimenti e nuove tecniche produttive: tra i tanti esempi di ricerca portati avanti negli ultimi tre anni, c’è la messa a punto di una serie di processi tecnologici in grado di creare amido resistente termostabile partendo da farina di sorgo bianco. Il bilancio di tre anni di attività parla di venti casi di studio aziendali dai risvolti molto concreti; otto iniziative di trasferimento tecnologico; e poi intense attività di formazione, con seminari tradizionali, webinar e altre attività in aula e online.

“A un certo punto però si è posto il problema della sede”, continua il professore, “e qui c’è stata la svolta con la lungimirante e generosa iniziativa del cavalier Arvedi e il recupero di santa Monica. Credo che Cremona debba essere orgogliosa di quello che sta sorgendo in questa parte della città. E dando continuità al Cremona Food Lab, noi adempiamo anche a una promessa fatta a Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, ossia che una volta finita la tranche di finanziamento, le attività sarebbero andate avanti”.

Morelli usa un’espressione significativa per illustrare uno degli aspetti qualificanti del nuovo campus, quello di ‘agorà dell’innovazione d’impresa’, ossia uno spazio dove giovani con idee innovative e aziende possano incontrarsi. “Vorremmo che fosse un’espansione di  quanto a livello individuale sta avvenendo con le tesi, durante le quali lo studente entra  in contatto diretto con le aziende in un’ottica costruttiva. L’agorà dovrebbe portare a sistema questo luogo d’incontro tra aziende, chi studia e chi ha delle idee”. Un progetto rivolto innanzitutto alle aziende cremonesi, ma che ambisce ad estendersi anche allo scenario europeo. gb

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