Cronaca

Sequestro dello scuolabus: Ousseynou Sy condannato a 24 anni di carcere

24 anni di carcere per aver sequestrato lo scuolabus delle medie Vailati con a bordo 50 ragazzini, due professori e una bidella, e per aver poi incendiato il mezzo. E’ questa la sentenza emessa dalla Corte d’assise di Milano nei confronti di Ousseynou Sy. La stessa pena era stata richiesta dal pm Luca Poniz una settimana fa.

Questa mattina si è svolta l’udienza nell’aula bunker, con l’imputato che ha reso le proprie dichiarazioni spontanee, specificando ancora una volta che il suo voleva essere un gesto per attirare l’attenzione sul dramma dei migranti che muoiono nel Mediterraneo. L’imputato si è poi scagliato contro il leader della Lega e il ‘decreto Salvini’ che “uccide deliberatamente”, accusando anche i giudici di essere suoi complici perché nessuno di loro ha speso una parola su, per esempio, la vicenda della nave Gregoretti.

La sentenza è arrivata dopo alcune ore di ritiro della Corte, che ha infine avallato la tesi del pm, ovvero che il sequestro attuato da Sy nei confronti di 50 bambini delle medie Vailati, oltre a 3 accompagnatori, fosse a “fini terroristici o di eversione dell’ordine democratico”.

I giudici hanno riconosciuto anche una serie di provvisionali per le famiglie coinvolte, per Autoguidovie e per il Comune di Crema, costituitosi parte civile nel processo. La cifra per il Comune è di 10 mila euro. Si conclude così il processo di primo grado, durato 10 mesi.

“La sentenza ci soddisfa perché riafferma interamente i nostri valori, il primo dei quali è il rispetto della vita, di tutta la vita, senza eccezioni e distinzioni e siamo soddisfatti anche perché è stata riconosciuta la nostra titolarità come Parte Civile, al fianco delle vittime – ha dichiarato in merito il sindaco di Crema Stefania Bonaldi – Siamo felici si sia svolto un processo, non perché sperassimo in una qualche forma di vendetta sociale, ma perché ognuno potesse rappresentare le proprie ragioni, fiducioso che sarebbero stata valutate con senso di giustizia, perché questo deve accadere in un Paese democratico. Noi non siamo l’Egitto, non usiamo la giustizia per occultare omicidi come quello di Giulio Regeni o per detenere arbitrariamente giovani, il cui torto è quello di pensare. Questa è una vittoria delle vittime e dei colpevoli, perché a ciascuno è stato dato secondo il proprio comportamento. È la vittoria dello Stato di Diritto.  Ora l’augurio, per i ragazzi e le ragazze soprattutto, è di riuscire a metabolizzare quanto è accaduto (e certamente questo epilogo aiuterà ad elaborare i fatti ed il concetto stesso di giustizia e di responsabilità) e lasciarsi alle spalle questo drammatico episodio, senza rimuoverlo ma portando con sé quanto di buono è emerso anche in quel frangente. L’alleanza fra i ragazzi, il loro gioco di squadra, il reciproco incoraggiamento anche nei momenti più difficili del sequestro, il legame solidale che li ha salvati. Che questo sia un insegnamento per la vita! Ci piace ricordare che è stata riconosciuta in sede civilistica anche una provvisionale per i ragazzi, le loro famiglie e per il Comune in capo al gestore del servizio. Un punto importante che deve servire per il futuro, per una maggiore sicurezza nei trasporti, specie di minori, perché senza ombra di dubbio la tutela di ciò che gli affidiamo è sacra”.

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