Cronaca

'Serve un nuovo modello di servizio sanitario e ospedaliero' Odg della maggioranza

I gruppi di maggioranza hanno presentato un ordine del giorno che impegni l’Amministrazione a sostenere un “nuovo modello di servizio sanitario territoriale ed ospedaliero nel nostro territorio”. L’Odg, presentato in rappresentanza dei gruppi consiliari che sostengono la Giunta di Gianluca Galimberti porta la firma di sei consiglieri: Riccardo Merli, Daniele Villani, Fabiola Barcellari, Paola Ruggeri, Francesco Ghelfi e Lapo Pasquetti.

In particolare, i firmatari vorrebbero che l’Amministrazione si impegnasse su tre punti: potenziamento della medicina territoriale e di comunità, riorganizzazione degli ospedali e adeguamento delle Strutture Socio-Sanitarie Extraospedaliere come, ad esempio, Rsa, cure intermedie e riabilitazione. L’dog nasce anche dalla considerazione che “il modello Lombardia” ha mostrato tutti i suoi limiti” e che “l’emergenza Covid ha messo drammaticamente in evidenza carenze numeriche, ma soprattutto organizzative del modello lombardo”.

Per quanto riguarda la riorganizzazione degli ospedali, oltre ad aver individuato diverse aree su cui intervenire, i gruppi di maggioranza aprono alla possibilità di realizzare una nuova struttura: “Sul piano strutturale l’Ospedale di Cremona presenta diverse criticità comprese inefficienza energetica, elevata rigidità strutturale e scarsa adattabilità ai nuovi criteri di diagnostica integrata, attività multidisciplinare e organizzazione per intensità di cura”. “Per queste ragioni – spiegano – va approfondita la possibilità di costruzione di una struttura ex-novo, tarata sulle esigenze del territorio e inserita in una realtà provinciale che deve mantenere gli altri ospedali pubblici”.

Altro aspetto posto al centro del dibattito dai firmatari è dunque anche quello del potenziamento della medicina territoriale con una riorganizzazione della Medicina di Base , il potenziamento dei servizi sociosanitari territoriali, l’adeguamento dell’assistenza domiciliare sociosanitaria e il ripensamento dei Dipartimenti di Prevenzione e Igiene Pubblica perché abbiano “compiti di coordinamento delle attività preventive sul territorio, in stretta collaborazione con i comuni, valorizzando le comunità locali, fino ad ora marginalizzate”.

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