Cronaca

#RipartiLombardia, Fermi: 'Territorio da troppo tempo isolato, va riportato al centro'

Fotoservizio Francesco Sessa

Strade, ferrovie e ponti, ma anche cultura, sanità e agroalimentare: questi i capisaldi delle necessità  del territorio cremonese, emersi durante l’incontro del territorio con il consiglio regionale, nell’ambito dell’iniziativa #RipartiLombardia, un tour istituzionale attraverso le realtà provinciali lombarde. Un territorio che da troppo tempo, come hanno riconosciuto anche gli stessi membri del consiglio regionale, “è isolato e vive la necessità di non essere considerato ‘di serie B’ rispetto alle altre province” ha dichiarato il presidente del consiglio Regionale Alessandro Fermi. “La provincia di Cremona si è rivelata un territorio unito e coeso, ma da cui ho raccolto l’appello e la richiesta di maggiore attenzione da parte delle istituzioni regionali e me ne farò sicuramente carico. Cremona chiede di non essere considerata semplicemente una città della Bassa, ma un centro e un territorio di eccellenza in molti settori economici e produttivi quale effettivamente in questi anni sta sempre più diventando e confermandosi”.

E’ questo il momento di Cremona per ripartire davvero e per colmare quel gap infrastrutturale che da troppo tempo la mette in ginocchio: cercando di dirottare una consistente fetta dei quasi tre milioni di euro messi a disposizione dalla Regione verso le grandi battaglie di sempre, dal raddoppio ferroviario lungo la Mi-Cr-Mn, al potenziamento del collegamento stradale tra Cremona e Mantova, al completamento del raddoppio della Paullese, alla necessità di un miglioramento delle condizioni dei ponti che interessano il territorio, a una ristrutturazione degli ospedali, che in questi mesi di covid sono stati particolarmente provati. Ma anche a correre, come ha chiesto il sindaco Galimberti, insieme a Bergamo e Brescia alla candidatura come capitale della cultura 2023.

Oltre al presidente, per la Regione erano presenti all’incontro i vice presidenti del Consiglio regionale Francesca Brianza (Lega) e Carlo Borghetti (PD), i consiglieri segretari Giovanni Malanchini (Lega) e Dario Violi (M5Stelle). Per il territorio c’erano i consiglieri regionali del territorio Federico Lena (Lega) e Matteo Piloni (PD), il presidente dell Camera di Commercio Giandomenico Auricchio, che ha presieduto l’incontro, il sindaco di Cemona, Gianluca Galimberti, il presidente della Provincia Mirko Signoroni, Alessandro Lanfranchi di Confservizi, Agostino Boschiroli di Confesercenti, Carlo Beltrami di Ance, Tiziano Zini del Coni, Daniela Polenghi del Forum Terzo Settore, Gianni Rossoni in rappresentanza di Anci, Massimiliano Falanga dell’Associazione Industriali di Cremona, Vittorio Principe di Confcommercio, Pier Paolo Soffientini di Confartigianato Imprese Crema, Antonio Pisacane di Asvicom Cremona e Massimo Rivoltini di Confartigianato Imprese Cremona, Nicoletta Silva della Lega nazionale delle Cooperative e Cesare Mainardi di Coop Lombardia, Amedeo Ardigò della Libera Associazione Agricoltori, Giovanni Bozzini della Cna, i rappresentanti sindacali Marco Pedretti della Cgil, Paolo Soncini della Uil e Dino Perboni della Cisl, Ernesto Quinto dell’Associazione Professionisti, Marta Visone dell’Ordine degli Architetti, Marzia Soldani dell’Ordine degli Avvocati, Guendalina Galli dell’Ordine degli Ingegneri e Sergio Margotti dell’Ordine dei Commercialisti.

“Noi cremonesi abbiamo un credito nei confronti della Regione” ha sottolineato Auricchio. “Negli anni scorsi tante risorse sono state spese per gli altri territori. Di qui ai prossimi anni è il momento per colmare il gap che ci divide dal resto della Lombardia. Una Regione che insieme ha una potenza di fuoco che ci permetterà  di rispondere all’emergenza subdola del Covid-19 e di ripartire”.

“L’inefficienza strutturale ci costa 160 milioni di euro all’anno, come ha ben evidenziato The European House Ambrosetti su studio commissionato dall’Associazione Industriali di Cremona” ha detto il presidente della Provincia, Mirko Signoroni, che ha evidenziato le necessità del territorio. “Tra le priorità un corridoio autostradale regionale tra Cremona e Mantova e la riqualificazione di tutto il collegamento tra Cremona e Milano, oltre ad interventi locali sui principali centri”. E ancora, Signoroni ha chiesto il potenziamento dei collegamenti ferroviari ma anche della rete ciclabile, che con le risorse auttuali è difficile da manutenere. “Auspico che dei 3 miliardi di euro messi a disposizione dalla Regione una parte sia destinata a noi, che dalla pandemia ne abbiamo subite parecchie. E per questo serve che dei fondi vengano destinati a  chi ha gestito l’emergenza, i nostri ospedali  che sono stati protagonisti e si sono fatti carico anche degli altri territori”.

Un’attenzione anche al “ruolo fondamentale di CremonaFiere nel tessuto economico locale e nazionale, che viene oggi maggiormente rafforzato dalle necessità che ha il territorio stesso di una realtà di collegamento al servizio dei settori produttivi d’eccellenza.” ha sottolineato Massimo De Bellis, direttore di CremonaFiere. “La fiera è lo strumento per la ripartenza grazie alle molteplici opportunità che il polo fieristico offre da sempre e che per sua natura sarà pronta a rinnovarsi in base anche alle nuove esigenze per eventi efficaci e in sicurezza. Le eccellenze cremonesi, gli attori nei settori delle filiere di produzione, le opportunità di internazionalizzazione rappresentano un grande valore aggiunto a disposizione per la ripartenza riconosciuto anche da Regione Lombardia”.

Oltre al disagio espresso da tutti per il deficit infrastrutturale, L’associazione industriali sollecitato e rilanciato la proposta, già più volte avanzata al Presidente Fontana, di tenere periodicamente le riunioni del tavolo per la competitività sul territorio cremonese: ha quindi chiesto a Regione Lombardia maggiore attenzione per le eccellenze di Cremona, prima provincia lombarda per l’export e all’avanguardia nei settori ortofrutticoli e agroalimentari non solo in ambito produttivo ma anche sul piano della ricerca e della sperimentazione. Particolari misure di sostegno sono state sollecitate in particolare per i cluster industriali della cosmesi, della meccanica e del cioccolato.

Confcommercio ha chiesto che Cremona possa aggiungersi a Brescia e Bergamo nella candidatura unitaria a capitale della cultura per le importanti ricadute che un simile riconoscimento potrebbe avere in ambito turistico. Sul fronte agricolo, è stato chiesto di rafforzare i patti di filiera in modo tale da ottenere una redistribuzione equa dei prodotti tra produttori, trasformatori e rappresentanti della distribuzione, valorizzando nel contempo le organizzazioni di prodotto a cui spetta il compito di valorizzare Il processo di aggregazione dell’offerta.

Sono stati quindi sollecitati, soprattutto da Confartigianato e Confcommercio, interventi significativi e tempestivi di semplificazione amministrativa e snellimento burocratico e maggiori facilitazioni per l’accesso al credito. “Non serve rimandare il pagamento delle tasse, ma piuttosto favorirne la riduzione per chi mantiene alti i livelli produttivi e occupazionali, immettendo in tempi rapidi nuova liquidità di cui c’è tanto bisogno” hanno evidenziato i rappresentanti di categoria.

L’attenzione alla dimensione familiare e ai soggetti più fragili del tessuto sociale è il tema su cui hanno puntato infine i rappresentati di Curia e Terzo Settore, auspicando che l’emergenza in corso aiuti a sviluppare e consolidare una nuova e maggiore solidarietà tra cittadini e istituzioni.

“Mi ha colpito molto sentire che questo è un territorio in credito” sottolinea il vice presidente Borghetti. “Lo era prima della pandemia e lo è ancora di più oggi, dopo quanto passato. E’ nostro compito, ora, nella distribuzione dei soldi, tenere conto di questo credito. Sicuramente uno dei temi importanti è il collegamento ferroviario con Milano: dovrebbe essere quasi una metropolitana quella che collega Cremona al capoluogo, mentre invece il collegamento non è degno del 2020. Secondo tema è la revisione del servizio sanitario regionale. So che l’unione di Cremona e Mantova è stata una sofferenza x i territori. Bisogna riconoscergli l’autonomia e il rafforzamento che merita. Ve lo dobbiamo”.

Laura Bosio

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