Cronaca

Capannoni via Postumia, Legambiente insorge: 'Ennesima bruttura urbanistica'

I maxi capannoni che stanno sorgendo nell’ambito dell’insediamento commerciale di via Postumia fanno storcere il naso agli ambientalisti, che li considerano un opera che “non va certo a vantaggio della collettività e del miglioramento ambientale”: lo evidenzia il circolo Legambiente VedoVerde di Cremona, secondo cui sarebbe stato un errore assegnare l’area a un privato, “senza preoccuparsi più di tanto delle aree da destinare al verde pubblico e, perché no, per realizzare quella cintura verde intorno alla Città che avrebbe portato sicuri benefici ambientali in una realtà oppressa dall’inquinamento atmosferico invernale ed estivo.
Invece, una volta assegnate le aree al privato, quelle rimaste libere e verdi sono state ulteriormente depredate per realizzare l’ennesima bruttura urbanistica”.

Purtroppo, per Legambiente, “siamo al cospetto di una triste pagina per l’urbanistica cremonese che ancora non ha saputo disegnare un futuro sostenibile del proprio territorio. Si procede a tentoni, con idee confuse su ciò che è davvero importante per la nostra realtà, forse un po’ troppo in balia di chi si dice disponibile ad investire. Noi pensiamo che le opportunità di investimenti economici vadano guidate attraverso gli strumenti della pianificazione urbanistica e della programmazione degli interventi: questo è il principale compito che spetta al Comune”.

Secondo gli ambientalisti, quindi, “utilizzare aree dismesse per non consumare altro territorio è un principio fondamentale. Altrettanto fondamentale è il principio di fissare e salvaguardare in un piano di governo del territorio tutte quelle aree che per caratteristiche morfologiche, naturalistiche, funzionali, ambientali e paesaggistiche devono entrare a far parte del patrimonio collettivo. Dovrebbe prevalere un’idea di città che sia rivolta a contenere il cemento, valorizzare il patrimonio verde, migliorare le infrastrutture, creare spazi vivibili e belli. Al Cascinetto è successo l’opposto: da un bellissimo prato verde, crediamo molto apprezzato dai residenti e da tutti i cittadini, abbiamo ora un obbrobrio che ha obliterato tutto quanto di bello c’era prima”.

Una richiesta, senza se e senza ma, all’Amministrazione comuale, a cui l’associazione chiede di disegnare “la città del futuro, anzi, preso atto dei cambiamenti climatici in corso e della pandemia che ha così duramente ha colpito i nostri territori, disegni la città del presente, avendo in animo di intendere il verde come un’infrastruttura fondamentale per migliorare la vita dei cittadini, infrastruttura che non può essere stravolta per meri interessi privati”.

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