Terzo ponte sul Po: dieci anni fa il progetto, oggi soltanto un'idea caduta nel nulla
Sono ormai trascorsi dieci anni da quando venne approvato il progetto per la realizzazione del Terzo Ponte, raccordo autostradale di collegamento tra la sponda cremonese e la sponda piacentina che doveva collegare, all’altezza di Cavatigozzi, la SS 234 codognese, il peduncolo e la ex SS 10, la ex SS 588 cispadana. Il progetto, alla volta del 24 maggio 2010, era stato infatti presentato pubblicamente dalla società Centropadane davanti alle commissioni Urbanistica e Ambiente del Comune di Cremona, nel Salone dei Quadri. Il nuovo raccordo doveva essere pronto nel 2014 e costare 216 milioni di euro. Ma oggi, dopo dieci anni, sembra che la realizzazione dell’infrastruttura resterà solo sulla carta.
Autovia Padana, da un paio di anni concessionario dell’A21, ha infatti tempo solo fino al 2022 per trovare le risorse finanziarie per realizzare l’infrastruttura. Dopo quella data, questa opera definita in convenzione come non obbligatoria per il nuovo concessionario, verrà definitivamente stralciata estinguendo qualsiasi obbligo di realizzazione da parte del concessionario. L’opera doveva essere lunga 12 km, con un viadotto di 2 km che attraversava il fiume e il ponte vero e proprio, ad unica campata, lungo 200 metri. Da progetto, erano previste quattro corsie fino alla zona a sud del canale navigabile, con un successivo restringimento a due corsie, con forti limitazioni di velocità, per oltrepassare il canale navigabile all’altezza dell’Oleificio Zucchi, per poi tornare alla larghezza originaria dopo l’intersezione con via Acquaviva.
“Si parla del terzo ponte da 27 anni e questo fa capire quanto sia difficile in Italia costruire opere di un certo tipo”, commenta il sindaco di Castelvetro Luca Quintavalla. “Nel 2011 il progetto era già stato approvato con tanto di valutazione dell’impatto ambientale ed erano stati informati tutti i proprietari dei terreni da espropriare”. Sono state poi le vicissitudini legate al cambio di gestore della tratta a bloccare tutto. “E’ necessario riunire attorno a un tavolo le due Regioni, il Ministero, gli enti locali e il gestore per capire se il terzo ponte verrà mai realizzato – afferma Quintavalla -, valutando eventuali opere alternative più fattibili”.