Chiesa

Quando Wojtyla in bicicletta arrivò a Cremona e restò a bocca aperta davanti al Duomo

Il 18 maggio 1920, cento anni fa, nasceva in Polonia, Karol Wojtyla. Eletto il 16 ottobre 1978, Giovanni Paolo II è stato il primo pontefice straniero dopo 455 anni, il primo Papa “globale” della storia. La sua personalità ha segnato profondamente il Novecento e continua a incidere nel nuovo millennio. Con Cremona Papa Giovanni Paolo II ha avuto un legame speciale, non solo per le tre giornate indimenticabili del solstizio d’estate 1992 (19-20 e 21 giugno) , quando il “viaggiatore universale” ha fatto tappa da noi (oltre a Cremona, anche a Crema, Caravaggio e Lodi), ma anche per quel soggiorno dell’estate 1947 quando il giovane Karol venne ospitato a casa di don Francesco Vergine a Seniga, piccolo paese della bassa bresciana al confine con Cremona.

Per ragioni politiche quell’estate, lui studente a Roma, non potè far ritorno in patria. Wojtyal passò quel periodo tra passeggiate e pedalate in bicicletta e visitò i paesi della cintura cremonese (Binanuova, Levata, Scandolara Ripa d’Oglio, Grontardo, Persico) fino a Cremona dove restò incantato dalla bellezza della cattedrale e del Torrazzo esplorando anche San Sigismondo. Una visione che lui ricordò 45 anni dopo quando arrivò in piazza Duomo. Il racconto di quella vacanza del futuro Papa è stata raccontata in un bel libro dal collega Angelo Locatelli, purtroppo portato via dal virus in queste settimane, da cui è stato tratto anche un lungometraggio in bianco e nero della regista bresciana Meri Roversi, dal titolo “Germogli di speranza”.

Quando Wojtyla divenne Papa e riceveva in udienza gente di paesi vicini a Seniga, chiedeva sempre se qualcuno conosceva don Vergine e lo mandava a salutare dicendo di riferirgli che lo avrebbe visto volentieri. Nel 1979 toccò alla parrocchia di Scandolara Ripa d’Oglio andare in udienza dal Papa. Egli, quando sentì il nome della località cremonese ma prossima a Seniga chiese: “Non c’è qui un sacerdote che si chiama don Vergine”? E non avendo avuto risposta affermativa chiese di nuovo se qualcuno lo conoscesse. Una signora rispose affermativamente e allora il Papa le raccomandò: “Me lo saluti tanto. Gli dica che lo aspetto, che lo rivedrei volentieri”. Il tutto venne riportato al sacerdote che solo dopo numerosi altri saluti e inviti si decise ad andare dal Papa. Il 4 settembre 1979 i due si rividero a Castel Gandolfo. Il Papa accolse don Francesco in modo molto amichevole, lo prese sottobraccio e si trattenne a colazione con lui e i suoi amici.

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