Lettere

Fase 2: la bellezza
di riscoprire
le piccole cose

da Giuseppina Rosato

“Caro papà e cara mamma, […]
era tutto cupo e grigio poche ore fa. Ora il mio sguardo spazia su un’ampia distesa di prati dove tutto è tranquillo, mentre il sole spande sui campi la sua luce dorata, scomparendo di nuovo dietro nuvole grigie. In queste prime ore dopo la separazione sentiamo un forte desiderio di essere vicini e pensiamo agli altri ”.
Queste parole accorate Vincent Van Gogh scriveva in una lettera indirizzata alla sua amata famiglia lunedì 17 aprile 1876 da Ramsgate. Parole che sono riaffiorate nella mia memoria ad inizio settimana, lunedì 4 maggio 2020.
Dopo oltre due mesi di separazione, la cupezza e il grigiore hanno cominciato a fare spazio alla luce dorata del sole: sguardi che si sono nuovamente incrociati, tra genitori e figli, nonni e nipoti, magari con calde lacrime che rigavano i volti al momento dell’incontro. Ampie distese di prati e fulvi campi sono stati per molti proscenio di lunghe agognate passeggiate. Quanta straordinarietà ravvisiamo ora nella naturalezza atavica di quei prati e campi che abbiamo sempre dato per scontati e che rappresentano, invece, finalmente una conquista. Ciò che era ordinario e, proprio per questo spesso svilito del suo intrinseco valore, banalizzato, sminuito, assume ora un’importanza inestimabile. Quanta bellezza, quanta poesia nelle piccole cose – nugae e myricae –, che improvvisamente si rivelano grandiose. Lungo la passeggiata accarezzi quel tenero filo d’erba, rimani incantato davanti alla vivacità dei colori di quelle rose sbocciate o inebriato dal profumo che esalano i candidi fiori d’arancio. Il sentiero che stai percorrendo ti porterà alla casa di qualcuno dei tuoi cari. Ebbene, una volta arrivato nei tuoi occhi saranno ancora impressi quei colori e nelle tue narici quei profumi: la Natura ti accompagna con il suo naturale splendore verso la magnificenza di quell’incontro così fortemente desiderato.

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