Cronaca

R0, l'indice che spiega la forza del virus: in Lombardia cala da 2.60 a 0.53, ma non basta

Il valore R0 (R con zero) è stato, e sarà ancora, decisivo per stabilire le riaperture – commerciali e non – procedendo per step. Si tratta di un calcolo matematico che consente di capire quanto sia aggressivo il Coronavirus, ossia quante persone mediamente un positivo possa infettare. Per avere una certa tranquillità verso la riapertura e l’allentamento di chiusure e divieti il valore dovrebbe scendere, dicono medici ed esperti, sotto quota 0.2. Significa che un paziente può infettare al massimo 0.2 persone.

L’indice di riproduzione dipende – spiega il Corriere della Sera – da quante persone al giorno incontra un individuo malato e contagioso, quanto a lungo rimane tale e dalla probabilità di trasmissione dell’infezione per singolo contatto. Tale indice è dunque molto complesso da calcolare su territori ristretti come quelli di una provincia, ma c’è chi – interpellando esperti in materia, tra medicina e statistica – ha provato quantomeno a tracciare una mappa a livello regionale. Il Sole 24 Ore, infatti, nella sua edizione on line, ha provato a calcolare l’R0 di ciascuna delle regioni italiane ad oggi, domenica 3 maggio.

Il quotidiano riprende in particolare uno studio della Fondazione Bruno Kessler e lo raffronta con i dati dell’Istituto Superiore della Sanità italiana: l’indice di riproduzione del Coronavirus è molto basso in Basilicata (0.35) e in Umbria (0.19), mentre cresce mano a mano che si risale lo Stivale, anche se pure qui non si ha una media matematica. Ad oggi la regione con l’R0 più alto è ad esempio la Puglia (0.78), mentre Emilia Romagna e Piemonte raggiungono quota 0.75. E la Lombardia? Ad oggi si attesta attorno allo 0.53, ancora lontana dallo 0.2 richiesto ma in netto miglioramento rispetto al 2.60 di un mese e mezzo fa, quando si era del resto in piena emergenza.

G.G.

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