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Rugby Viadana in lutto, morto Achille Coppi, storico giocatore e amatissimo uomo di club

Un altro frammento del mosaico del rugby viadanese si è spento, a pochi giorni di distanza dalla scomparsa di Merenda, lasciando un grande vuoto non solo nell’ambiente sportivo, ma anche e soprattutto nella comunità. Achille Coppi, giocatore nell’era pionieristica dell’ovale giallonero e presenza sempre divertente all’ombra dello Zaffanella, fece il suo ingresso in squadra ancor prima del 1970, ovvero in un momento in cui ci si preparava a quel primo storico campionato in serie D con allenamenti all’oratorio ed una roulotte sgangherata come spogliatoio.

Goliardia era il tratto che lo caratterizzava e guai a prendersi troppo sul serio! Ogni giocatore ha certamente in serbo aneddoti che lo riguardano conditi da quella voglia di divertirsi contagiosa che lo accompagnava come un’ombra. Basta parole tristi, non è certo ciò che avrebbe voluto, in fondo lui era quello che amava raccontare aneddoti divertenti come la prima espulsione in gara ufficiale nella storia del rugby viadanese comminata allo stesso Achille e riportata sul sito della società nella storia del club.

Nel limite del buon senso Achille amava quelle piccole regole dettate dal “benpensare” per il solo gusto di infrangerle e riderne insieme ai presenti o con chi, ascoltandone la storia riportata, non poteva trattenere quella smorfia in volto che è puro divertimento, puro Achille Coppi.

La sua voglia di rugby era poi sfociata in quel suo costante lavoro volontario di dirigente del settore giovanile che lo vedeva spesso al fianco di Aldo Cassinotti ed un’altra vulcanica anima compianta, Renato Amadasi, nel loro continuo sostenere quei ragazzi che, nell’under 20, sognavano il salto in prima squadra.

“E’ una perdita davvero pesante prima ancora a livello umano – sottolinea l’ex dirigente del Viadana, Riccardo Melegari – perché il suo ottimismo lo precedeva sempre. Mai visto Achille fare trasparire tristezza anche nei momenti meno allegri. C’è una cosa che credo sia fondamentale – aggiunge – lui era un vero uomo di club, sempre presente ed il suo agire ha aiutato la crescita dei ragazzi del settore giovanile per diversi decenni. Era uno sportivo perché andava in bicicletta e kayak, ma soprattutto uno dei motori dei momenti conviviali, una forza trainante e fondamentale nelle logiche di una realtà sportiva che vive anche di sfumature umane oltre che di azioni sul campo di gioco”.

Si è soliti dire “un personaggio” quando una persona tanto simpatica al limite dell’irriverenza si spegne, ma Achille è certamente ricordato per lo spessore umano e per la grande passione che accompagnava le sue giornate, incapace di stare fermo, incapace di vedere scorrere il tempo in modo passivo.

Tra i suoi racconti c’erano anche le lunghe escursioni munito di Kayak, pagaia e spirito d’avventura con amici sempre disposti a condividere con lui tempo, fatica e quel sapore che la libertà nella natura regala proprio agli appassionati di questo sport. Ciao Chile, è davvero impossibile ricordarti senza sorridere anche se la tristezza nel petto batte colpi assordanti. Un’altra partita, un’altra discesa in kayak, Achille, ma soprattutto un’altra lunga e grassa risata perché non vale la pena essere tristi.

Alessandro Soragna

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