Cronaca

Funzioni religiose e sicurezza In Prefettura confronto anti Covid in vista della fase 2

Funzioni religiose nel nuovo DPCM del 26 aprile e le migliori modalità concrete per lo svolgimento in piena sicurezza delle celebrazioni consentite, questo il tema al centro della riunione che si è tenuta stamattina in videoconferenza sotto la direzione del Prefetto della Provincia di Cremona Vito Danilo Gagliardi.

Alla riunione, oltre ai vertici provinciali delle forze dell’ordine, al Presidente della Provincia Mirko Signoroni e ai Sindaci di Cremona, Crema e Casalmaggiore, erano presenti anche il Vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, e il Vescovo di Crema, mons. Daniele Giannotti. Insieme, tutti i partecipanti riuniti in collegamento, hanno contribuito al tavolo che il Prefetto ha ritenuto opportuno indire in questo momento particolare per consentire un confronto con le autorità sanitarie, nella specie il referente di ATS presente in videoconferenza, uniche in grado di fornire il necessario apporto tecnico alla discussione, per chiarire ogni punto della nuova normativa, che entrerà in vigore dal 4 maggio, che possa dare adito a dubbi o complicazioni nella sua applicazione.

Le nuove misure, annunciate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella serata di domenica scorsa, limitano espressamente per la cosiddetta fase 2 le funzioni religiose consentite alla sola ipotesi dei funerali e con la presenza massima di 15 persone, criterio da applicarsi con una minima tollerabile dose di buon senso e opportunità in base al caso concreto, preferibilmente provvedendo alla celebrazione del rito all’aperto. Resta chiaro invece come l’indicazione del Governo vada intesa in senso restrittivo sul tipo di cerimonia, che riguarda solo ed unicamente il funerale in senso stretto e non anche altre funzioni religiose ad esso connesse, come trigesimo, messa in suffragio o simili. In ogni caso deve sempre essere garantita la rigorosa osservanza di tutte le dovute precauzioni dettate dai protocolli stilati in materia per la tutela della salute e per il contrasto della diffusione del contagio, dal rispetto delle distanze interpersonali all’utilizzo di dispositivi di protezione.

Il Prefetto, confortato dal parere tecnico dell’ATS, ha colto l’occasione per fare un nuovo appello alla responsabilità. Tutti devono contribuire al rispetto delle misure ancora vigenti per il contrasto alla diffusione del virus. Serve un’adesione quanto più possibile fedele alle restrizioni stabilite dal Governo, anche per quanto riguarda le funzioni religiose, in quanto si impongono ancora come necessarie. Si trovano a confrontarsi due Istituzioni della massima importanza, quella religiosa e quella della forza pubblica come l’Arma dei Carabinieri, che operano entrambe per il bene di tutti, rispettivamente sul piano spirituale e sul piano materiale. La loro azione è complementare e pertanto deve giudicarsi allo stesso modo fondamentale e degna del più alto rispetto. Il tema è delicato ed il bilanciamento da operare pertanto non è semplice, va condotto con la massima sensibilità, ma pur sempre nell’ottica della massima attenzione per la salute nel contesto di una pandemia ancora in atto. Questo il motivo principale per cui il Prefetto ha ritenuto più che opportuno, essenziale, un confronto fra tutte le parti coinvolte che potesse fornire un chiarimento definitivo sul tema così da escludere la necessità di ogni ulteriore discussione, che risulterebbe sterile e gratuita, se non addirittura controproducente. La situazione attuale rende inevitabile e pertanto comprensibile da parte del Governo, e quindi anche da parte delle autorità provinciali, la richiesta di un ulteriore sforzo nel bene della salute collettiva, per evitare imperdonabili passi falsi e compromettere il percorso di recupero graduale della normalità in atto.

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