Cronaca

Tamponi agli ospiti in Rsa, Uneba: 'L'Ats non provvede e rinvia a laboratori privati'

Foto di repertorio

I tamponi ai pazienti delle residenza sanitarie assistenziali? Non sono un obbligo ed eventualmente sono a carico delle strutture stesse, non verranno pertanto forniti dalle aziende sanitarie territoriali. In altri termini, se le strutture – che questi test stanno richiedendo a gran voce da settimane – vogliono eseguire i tamponi sugli anziani ricoverati, dovranno provvedere a proprie spese. Questo il contenuto della risposta data dall’Ats Valpadana che comprende Cremona e Mantova, all’organizzazione di categoria Uneba, associazione dei datori di lavoro di alcune Fondazioni che gestiscono rsa.

Il presidente di Uneba Lombardia, Luca Degani, aveva chiesto chiarimenti all’Ats circa le procedure da seguire per la gestione dei “casi febbrili e/o dispnea nelle strutture residenziali in presenza di contatti accertati e in assenza di contatti accertati”. La risposta via mail, è stata che “per le Rsa stiamo cercando di organizzare con le Asst del territorio l’esecuzione dei tamponi per gli operatori sanitari e sociosanitari”, in modo da poter verificare in quali casi possano tornare al lavoro se precedentemente infettati. Ma “per quanto riguarda gli ospiti l’eventuale effettuazione dei tamponi è a carico della struttura”. “Comprendiamo le difficoltà anche logistiche”, continua la risposta dell’Ats, e pertanto vengono forniti nomi e indirizzi di laboratori privati a cui le singole Rsa possono rivolgersi.

“Sono una minoranza – è la denuncia apparsa sul Corriere della Sera da parte di Degani –  le strutture che sono riuscite a far fare i tamponi. C’è una mancata presa in carico di queste persone, che sono lasciate in una struttura di lungodegenza per cronici spesso anche nella fase acuta della malattia. Manca il supporto per curarli all’interno”.

“Da amministratore che ha una casa di riposo nel proprio territorio, sono indignato da una risposta di questo genere proveniente da una struttura pubblica”, commenta Roberto Mariani, sindaco di Stagno Lombardo, che aveva denunciato pubblicamente l’eccesso di decessi nella Rsa don Mori, e in seguito a ciò l’Ats aveva avviato i tamponi sui dipendenti. Non è mai arrivata risposta, invece, al documento inviato il 26 marzo alla stessa Ats Valpadana e al presidente della Regione Lombardia Fontana, che richiedeva, da parte di tutti i sindaci del cremonese e del casalasco, una mappatura completa dei casi di contagio nelle rsa e adeguate misure di intervento per i pazienti più fragili.

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