Cronaca

Il virus si è portato via don Vincenzo Rini, sacerdote e giornalista

Questa notte è morto in ospedale don Vincenzo Rini. Se l’è portato via questo virus che non guarda in faccia nessuno. Colpisce tutti e ti porta via le persone più care. Don Vincenzo era uno di noi, un prete e un giornalista. Se n’è andato in pensione dopo la chiusura del  settimanale diocesano “La Vita Cattolica” che aveva appena compiuto il secolo di vita. Prete e giornalista, un binomio che don Vincenzo incarnava perfettamente. Lo sei per sempre, per voto e vocazione. Don Vincenzo si sentiva uno di noi, uno di quelli che fanno informazione.

Ogni volta che lo incrociavi per strada ti chiedeva notizie. Voleva sapere come cambiava il nostro modo di informare con le nuove tecnologie, la televisione, il web, i social. Volevamo tutti bene a don Vincenzo, era un po’ il nostro cappellano e confidente. Era nato a Spinadesco il 5 gennaio 1945. Ordinato sacerdote il 22 giugno 1968, ha celebrato la sua Prima Messa a Bonemerse. Vicario a Romanengo (1968-1976) e a Soresina (1976-1977), nel 1977 è stato promosso parroco di Polengo: incarico che ha mantenuto sino al 1985 quando ha assunto la direzione del settimanale diocesano La Vita Cattolica.

Laureato in Teologia dogmatica a Milano, nel 2004 è stato insignito dell’onorificenza di Cappellano di Sua Santità. Per tanti anni è stato presidente del SIR (Società per l’Informazione Religiosa), l’agenzia stampa della CEI, su indicazione di monsignor Galantino. Era canonico del Capitolo della Catterdale di Cremona. Da un po’ di tempo aveva ripreso a scrivere e voleva dare un seguito alle sue ultime fatiche letterarie di “Il sapore della verità” e “Militi ignoti”. “Faccio fatica perchè ho un po’ di acciacchi – ci aveva detto qualche tempo fa durante la stagione d’opera al Ponchielli – Ma sto cercando di mettere in fila i miei ricordi”. Era anche consigliere ecclesiastico della Coldiretti e dell’Ucid.

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