Cronaca

Uccise moglie e bimbo di tre anni. Si è suicidato l'omicida di v.Fatebenefratelli

Si è tolto la vita il 16 febbraio scorso nel carcere di Pavia, dove era rinchiuso, Wu Yongqin, il cinese di 52 anni che nella sua casa di via Fatebenefratelli a Cremona aveva ucciso la moglie Chen Aizhu, e Wen Jun Ye, il bimbo di tre anni figlio di una coppia di connazionali che lo aveva lasciato alle cure di Chen per potersi recare al lavoro. L’uomo, al quale era stato riconosciuto un vizio parziale di mente, era stato processato con il rito abbreviato e condannato, il 14 marzo dell’anno scorso, a vent’anni di reclusione. A trovarlo impiccato nella sua cella sono stati gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Pavia che hanno avvertito del decesso l’avvocato Luca Curatti, che lo aveva assistito al processo. Il 52enne, che ha due figli, uno dei quali era presente in casa al momento del duplice omicidio, era stato bandito dalla comunità cinese. Sull’accaduto, il legale non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Il duplice delitto si era consumato tra le mura domestiche il 24 gennaio del 2018 a Cremona. Il 52enne, colto da un raptus di follia, si era armato di mannaia e aveva fatto un massacro. La moglie, rincorsa per tutta la casa, dalla camera da letto alla cucina, dove erano state trovate tracce di sangue dappertutto, era stata finita sul balcone, mentre il piccolo, ferito in modo gravissimo, era morto poco dopo il ricovero in ospedale. Il bimbo ha pagato per i genitori, odiati dall’omicida in quanto amici della moglie verso la quale ormai provava solo sentimenti di odio e rancore. Subito dopo il duplice omicidio, il cinese aveva ammesso le sue responsabilità, dicendo che con la moglie c’erano continue liti, sia sulla gestione del denaro che sulla gestione del figlio. All’origine dell’ultima discussione, un problema con il passaporto. Il cinese, disoccupato, che viveva con la pensione di invalidità, con problemi di ludopatia, era seguito dai servizi sociali in quanto in passato aveva tentato il suicidio gettandosi da una finestra.

Secondo i risultati della perizia effettuata dallo psichiatra Cesare Piccinini, di Parma, incaricato dal gip di effettuare una valutazione sulle sue facoltà mentali, Wu Yongqin aveva una “residua capacità di intendere e di volere”, mentre per quanto riguarda la pericolosità sociale, era pericoloso, sì, ma soprattutto per se stesso.

Sara Pizzorni

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