Ambiente

Fotovoltaico, il Consiglio comunale chiede alla Fondazione di fermarsi

Alla fine, chi non voleva il parco fotovoltaico da 15 ettari sui campi adiacenti a Cremona Solidale, l’ha avuta vinta.  Il Consiglio Comunale di oggi, dopo un lungo dibattito e una guerra combattuta a suon di ordini del giorno da maggioranza e minoranza, ha votato all’unanimità un emendamento alla mozione di Luca Nolli (M5S) con cui si chiede alla Fondazione Città di Cremona di non procedere ad ulteriori passi  che portino alla realizzazione del progetto presentato dalla società Juwi. Nel contempo, il nuovo testo condiviso chiede che Comune e le altre istituzioni promuovano una mappatura e una pianificazione del territorio comunale per trovare siti idonei ad ospitare impianti di produzione energetica pulita.

Per questa soluzione condivisa è stata espressa soddisfazione da parte di tutte le componenti consigliari, anche se la minoranza  e in particolare il gruppo di Forza Italia, si è comprensibilmente presa il merito della vittoria. Erano infatti di M5S, FI e Lega gli interventi, tra interrogazioni e ordini del giorno, che hanno obbligato il Consiglio comunale a trattare con urgenza un argomento che era ancora nella fase istruttoria da parte della Fondazione Città di Cremona. Prima ancora, era stato l’esponente di maggioranza Santo Canale, del Pd, a porre pubblicamente la questione. Questa sera si è rivolto direttamente al sindaco: “Sono passati due mesi da quando ho portato questo tema all’attenzione del consiglio. Si poteva evitare tutto questo, con una condivisione reale o magari con un ascolto vero. Tutti insieme ora abbiamo evitato questo errore”.

Diverso il parere di Stella Bellini, Pd e presidente della commissione Territorio: “Ho assistito in queste settimane non a un dibattito, ma un fumus persecutionis finalizzato contro un impianto  di energia rinnovabile, totalmente pulito, a differenza ad esempio degli impianti di biogas. Si è demonizzato il fotovoltaico, dal punto di vista ambientale e anche paesaggistico, ossia un sistema di produzione di energia a emissioni zero. Ma il territorio cremonese che vogliamo difendere è quello del mais da cultura intensiva che ha violentato il nostro paesaggio negli ultimi 50 anni? Chiediamoci quale paesaggio stiamo difendendo: considerato lo sfruttamento industriale della nostra terra, forse è più redditizio un impianto fotovoltaico piuttosto che la coltivazione di mais che poi finisce per almeno un terzo negli impianti di biogas. L’energia serve a tutti noi, non nascondiamolo e iniziamo un dibattito serio, non ideologico”.

Il capogruppo del Pd Roberto Poli ha definito “spropositata e sproporzionata” la conflittualità rispetto al tema, gravato da “una pesante strumentalizzazione politica. Il sindaco e la Giunta hanno fatto bene, a seguito della comunicazione informale di questo progetto, ad esprimere un parere favorevole ad un approfondimento. Il dibattito si sarebbe aperto nel momento in cui l’iter istruttorio poteva avanzare. Il sì dell’amministrazione infatti era rivolto all’approfondimento”. E poi, rivolto alle minoranze: “Non bastano i titoli sui giornali o cento like per dire che ‘la città è contraria al fotovoltaico a terra’.  Non basta un po’ di can can mediatico scatenato per arrogarsi il diritto di rappresentare una città”. Poli si è detto poi sorpreso “dalla vena filoambientalista del centrodestra. Il problema era più estetico – paesaggistico che ambientale. Spero che anche per altri temi, ad esempio il revamping dell’inceneritore o la strada sud si riveli questa vena neoambientalista”.

IL CENTRODESTRA CANTA VITTORIA – E’ stato il capogruppo di Forza Italia Carlo Malvezzi a tenere le fila della minoranza sulla questione. Prima promuovendo la mozione d’ordine di Maria Vittoria Ceraso che dichiarava inammissibile l’ordine del giorno proposto da Francesco Ghelfi (ArticoloUno, gruppo Pd) che a nome della maggioranza chiedeva un sostanziale stop al progetto di parco fotovoltaico, sulla scorta delle posizioni più filoambientaliste del Pd.  Poi ribadendo la sostanza politica del no al progetto: “Lo ribadiamo: non abbiamo mai posto una critica al lavoro della Fondazione. Non mi stupisce che il Cda avesse valutato questa proposta. E’ bene che la Fondazione faccia una valutazione economica; ma le valutazioni che riguardano gli aspetti urbanistici, paesaggistici, ambientali competono a chi ha il compito di rappresentare gli interessi generali, ossia al Comune di Cremona. Anche all’interno della vostra maggioranza non vi siete mai ritrovati del tutto in questo progetto. Ho l’impressione che il Pd non riesca a dare una linea di indirizzo a questa maggioranza. La vostra maggioranza ha dovuto rincorrere i fatti arrivando soltanto oggi a dire no, quando qualcun altro aveva detto sì e l’aveva detto senza consultarvi”, un riferimento al presunto scollamento tra operato della Giunta e in particolare del sindaco e maggioranza consigliare.

“Ben venga – ha poi aggiunto Malvezzi –  la discussione sull’utilizzo dei terreni agricoli; abbiamo perso sei mesi per arrivare a dire che serve mettere al centro il dibattito sul futuro energetico della città. Penso che questa vicenda ci abbia posto davanti alla necessità di inaugurare un metodo nuovo, quello per cui non è che chi vince le elezioni comanda, ma valorizza anche le proposte che vengono dall’altra parte. Se non vi arroccate, troverete in noi gente disponibile”.

Il testo dell’emendamento riprende anche quello che chiedeva l’odg (poi ritrato) di Federico Fasani, FI, ossia l’invito al Cda della Fondazione Città di Cremona a sospendere ogni azione finalizzata alla realizzazione del parco fotovoltaico sui terreni di loro proprietà (Fasani chiedeva anche l’impegno a vietare ogni forma di impianto fotovoltaico a terra su tutto il territorio comunale). “L’assenso del sindaco al progetto è stato stanato – ha dichiarato a fine seduta  Fasani-.  La minoranza ha fatto il suo lavoro e lo ha fatto bene, trascinando alla luce del sole la discussione e indirizzando i lavori del Consiglio fino al blocco delle procedure di assegnazione delle aree. Adesso si dovrà lavorare per varare un piano che regoli la possibilità di installare impianti fotovoltaici senza sprecare il prezioso suolo agricolo”.

GALIMBERTI: MAI NASCOSTO NULLA – A prendere la parola per ultimo, prima delle dichiarazioni di voto, è stato il sindaco Galimberti, che ha evidenziato l’urgenza di un’inversione di tendenza globale per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica e la necessità che ogni territorio si senta partecipe.  Ha poi replicato alle accuse di mancanza di trasparenza: “Non abbiamo mai cercato di nascondere nulla. Sapevamo e nessuno ha mai detto il contrario. La Fondazione ci ha parlato dell’idea di una ditta privata di fare un parco fotovoltaico su un suo terreno. La notizia è stata sul sito della Fondazione per 45 giorni con la possibilità di ricevere proposte migliorative. Sul sito che è pubblico.

“Noi come Giunta abbiamo valutato la proposta interessante per la possibilità di produrre energia pulita e di diminuire CO2. Una necessità riconosciuta come importante sia dai piani nazionali, sia da quelli europei. Ma abbiamo anche posto dei paletti (esplicitati fin da subito) anche formalmente in una lettera, chiedendo soprattutto una valutazione sull’uso di suolo agricolo e sulle garanzie che il parco non alterasse la biodiversità (tra 30 anni il campo deve poter essere coltivato ancora).
E ci siamo presi del tempo, per ascoltare. Abbiamo ascoltato, eccome se abbiamo ascoltato, non le urla, ma analisi, confronti, studi e sviluppi della normativa, dubbi e perplessità di alcuni, di molti.

Ora il nostro impegno, contenuto nell’emendamento votato all’unanimità è quello di:  sostenere presso la Fondazione lo stop al parco fotovoltaico;  costituire un tavolo per uno sviluppo forte del fotovoltaico e dei sistemi di energia pulita in città all’interno del piano di interventi sull’ambiente che già stiamo realizzando;  seguire con attenzione la normativa regionale e nazionale che è in evoluzione su questo tema”.

SCARICA QUI IL TESTO  DELL’EMENDAMENTO APPROVATO ALL’UNANIMITA’

 

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