Politica

Cr Solidale, i capigruppo di maggioranza: 'Aumento delle rette è stato minimo'

Continua la querelle su Cremona Solidale. Dopo la proposta della minoranza di trasformare la struttura in fondazione, “in merito alla posizione della minoranza sulla Azienda Speciale Comunale Cremona Solidale, partiamo innanzitutto dalla considerazione che il livello qualitativo del servizio offerto rappresenta un punto di eccellenza ampiamente e trasversalmente riconosciuto, anche dal candidato Sindaco Malvezzi in piena campagna elettorale quando diceva di aver ‘potuto constatare di persona il buon lavoro svolto dal direttore e dal consiglio uscente’”. A dirlo sono Roberto Poli, capogruppo del Pd, Enrico Manfredini, capogruppo di Fare Nuova la Città-Cremona Attiva, Lapo Pasquetti, capogruppo Sinistra per Cremona.

“Peraltro nel programma elettorale del centrodestra non vi sono proposte in merito a Cremona Solidale, ancora meno la proposta di trasformarla in fondazione. Sarà perchè questo obiettivo pur perseguito nei cinque anni di governo del centro destra, nonostante i costi sostenuti per uno studio commissionato a consulenti, non è stato realizzato?” si chiedono i consiglieri. “Se il punto secondo quanto sostiene l’opposizione è dunque non la qualità del servizio ma il quadro economico, stiamo ai fatti e ai numeri: dal 2008 al 2018 l’Azienda ha conseguito un saldo netto positivo pari a € 889.604,10. A fronte di ciò sono stati effettuati e utilizzati gli adeguati accantonamenti ai sensi di legge. Dal 2009 al 2011, con l’Amministrazione Perri, le rette aumentano complessivamente di 6,60 euro.

Sostanzialmente con l’amministrazione Galimberti rimangono finora quasi invariate passando da € 53 (retta minima RSA nel 2012) a € 54,40 (2019). Per quasi otto anni sono state messe in campo tutte le soluzioni possibili per non gravare sulla famiglie e sui comuni. L’aumento ora previsto, peraltro già ipotizzato in atti precedenti nel caso di rinnovo del contratto, che porta la retta a € 56,50 rimane innanzitutto sotto la media regionale che è pari a 60,34 euro. E soprattutto rimane al di sotto di rette applicate sul nostro territorio da altre strutture che pur trasformate in Fondazioni hanno costi per i cittadini molto maggiori rispetto a Cremona Solidale.

Non nasconda il centro destra dietro la richiesta di trasformare un’azienda pubblica che negli anni ha saputo coniugare attenzione e cura ai bisogni delle famiglie e dei lavoratori, e una gestione economico-finanziaria nel complesso virtuosa, responsabilità e scelte politiche che partono da lontano.

Regione Lombardia dal 2008 non adegua la quota sanitaria delle rette (vedi richiesta più volte sostenuta dall’Arsac e dai Comuni), non rispetta la copertura regionale del 50% dei costi sanitari prescritta dai Lea, e adotta la logica di provvedimenti tampone (es. voucher Rsa) in grado solo di mettere pezze ai problemi di gestori e famiglie invece di adottare interventi strutturali. La soluzione non è certo la trasformazione in Fondazione. Noi continueremo a lavorare per migliorare servizi e gestione, per sostenere le famiglie con la compartecipazione alla spesa, un carico che ricade ancora una volta sui comuni”.

 

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