Cultura

Il violino fonte d'ispirazione per l'architettura e oggetto di business: accade in Cina

Un parallelismo tra il distretto della liuteria cremonese e quelli dell’immenso territorio cinese che, secondo alcune stime, producono circa 600mila violini all’anno, il 75% destinati all’esportazione. 

di Marco Bragazzi
Quella singolare commistione tra due tipi di forme d’arte. La liuteria cremonese ha rappresentato, e rappresenta da secoli, il punto di partenza di questa forma d’arte che vede nella tradizione con l’affiancamento di nuove tecnologie il suo massimo livello d’espressione. L’architettura, invece, è da millenni un fenomeno decisamente più globale ma che, al pari della liuteria, si basa sempre sul lavoro di persone che creano nuove forme d’espressione dopo aver studiato quelle legate alla storia di questa materia. Per vedere questa commistione, singolare ma forte di una espressione propria, possiamo trasferirci in Cina, area immensa geograficamente ma anche segnata da un enorme sviluppo sociale. In alcune aree di questo paese esistono quelli che sono definiti “distretti della liuteria”, ovvero zone dove buona parte dello sviluppo economico è legato a quel lavoro che a Cremona trova la sua massima espressione storica. Questo fatto non deve stupire, anche a Luby nella Repubblica Ceca o in Bulgaria sono attive delle “zone per la liuteria” chiamate addirittura “Cremona”, ma nella Cina liutaia, quella di città come Donggaocun (o Doggancun) come nell’area di Xiqiao, il lavoro dei liutai ha incontrato tributi architettonici di certo “moderni” e, a volte, avveniristici.

 Il primo passo per scoprire questa commistione potrebbe essere quello presente ad Huainan City dove la giunta comunale, per rilanciare un’area da edificare e riportare alto l’interesse per la liuteria e la musica, ha deciso di costruire una scuola con un progetto che doveva ricordare gli strumenti musicali per eccellenza, il violino e il pianoforte. Il risultato è una struttura di certo appariscente che identifica a colpo d’occhio la natura e la destinazione dell’edificio oggi sempre più rivolto ad un uso sociale, ovvero quello di far avvicinare i bambini di quella area al mondo della musica e dell’artigianato per gli strumenti musicali. Da Huainan ci si può trasferire a Foshan, vicino a Canton, con un viaggio relativamente breve per le distanze cinesi, poco più di 1200 chilometri verso sudovest tra aree densamente abitate. Una volta attraversata l’area di Donggaocun già “zona liutaria” si arriva a Foshan nella regione del Guangdong, zona con circa 8 milioni di abitanti e da anni proiettata verso la liuteria. Qui la commistione tra l’economia della zona e l’architettura trova la massima espressione in una chiesa, chiesa di natura cristiana battista, che conferma la propensione di questa area per i violini. Al momento della sua inaugurazione della Yanbu “Violin Church” nel 2016 il reverendo Yu Qing, pastore di questo luogo, decise di far nascere una chiesa con la forma tipica degli strumenti ad arco per due motivi. Il primo risiedeva come tributo a quella liuteria sempre più importante tra i fedeli, il secondo in quanto, secondo il reverendo Qing, il violino rappresentava un parallelismo con la forza della religione in quanto “è uno strumento difficile da imparare all’inizio del percorso ma, con il passare del tempo e dedicando attenzione all’insegnamento, i risultati diventano eccezionali fino ad ottenere armonie talmente uniche da diventare il miglior modo di diffusione della musica e della religione”. Foshan rappresenta il centro vitale di un sistema liutaio che, da quell’area, si è allargato anche nella zona adiacente dello Xiqiao, area dove attive centinaia di realtà dedite alla produzione di violini. I numeri sugli strumenti a corda prodotti e sugli occupati totali nel settore della liuteria sono, ovviamente, proporzionali a quella Cina dove una piccola area conta milioni di persone ma, come a Luby o in Bulgaria, il sogno di molti liutai resta sempre quello di poter vivere e lavorare in quella piccola città sulle rive del Po dove, nelle botteghe liutaie all’ombra del Torrazzo, i colori, gli aromi e il lavoro sono sempre gli stessi da secoli e forse tali rimarranno per altrettanti secoli.

 

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