Cronaca

Ex primario Poggiani: 'Terapia intensiva neonatale in ospedale declassata per ragioni politiche'

Il ridimensionamento del reparto di Terapia Intensiva Neonatale di Cremona, annunciato con una delibera regionale dell’11 novembre, torna a far discutere. A prendere posizione è l’ex direttore dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale, il dottor Carlo Poggiani che fino a un anno fa ha diretto per tantissimi anni prima la pediatria dell’ASST di Cremona e poi anche la TIN, facendolo diventare un punto d’eccellenza a livello regionale e non solo.

“I neonatologi di Cremona – scrive Poggiani in una lettera che pubblichiamo integralmente sotto – non potranno più farsi carico dell’assistenza ai neonati gravemente prematuri e a quelli a termine di gravidanza con l’esigenza di un supporto ventilatorio, di ipotermia terapeutica, di infusione di sostanze inotrope, di nutrizione parenterale totale. Questi neonati dovranno essere per forza trasferiti a Brescia, senza per questo ricevere cure migliori, in totale disprezzo della professionalità del personale medico ed infermieristico di Cremona.

“Nella Delibera Regionale la TIN di Cremona viene messa su un piano di poco differente rispetto ai reparti di Rho e Lodi (il confronto è stridente) che non hanno mai posseduto la qualifica di TIN e subirà la stessa sorte dell’Ospedale Valduce di Como, cittadina nella quale tuttavia sono presenti ben due terapie intensive, una pubblica ed una privata”. Chi trarrà vantaggi dalla chiusura della TIN della “nostra” città?: una delle due TIN del capoluogo bresciano, introdotta per sopperire alle eventuali necessità del Civile che dista poche centinaia di metri”. L’ex primario prosegue la sua presa posizione con numeri alla mano: “Ogni anno dovranno essere trasferiti da Cremona a Brescia tra i 50 e gli 80 bambini per necessità ventilatorie,  tra i 20 ed i 30 neonati di peso molto basso o estremamente basso, a cui andrebbero aggiunti neonati con convulsioni, crisi di astinenza etc.  In sostanza un paio di centinaia di trasporti: chi se ne farà carico? Che prezzo ha il rischio nel trasportare un bambino di 1 kilo ? O nel costringere un padre e una madre a lunghe trasferte giornaliere? La scelta regionale è politica, sostenuta da regole utilizzate a discrezione, dopo che a Cremona sono state investite diverse centinaia di migliaia di Euro.”

In chiusura un monito agli amministratori: “E’ l’intera compagine ospedaliera cremonese ad essere declassata, nel silenzio di troppi colleghi e degli Amministratori”.

Federica Bandirali

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