Cronaca

Croci sulle strade: 8 nel 2019 Alcol e velocità, cause di uno strazio che resta per sempre

Il comandante della stradale Deledda

Ieri, terza domenica di novembre, era la “Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada”, un appuntamento per fermarsi a riflettere e a non dimenticare tutti coloro che hanno perso la vita in incidenti stradali. Un giorno dedicato alla memoria delle vittime, ma anche occasione per stringersi attorno alle famiglie e alle comunità che hanno subito una perdita e convivono con un dolore sempre presente. Sulla strada si può morire o subire lesioni gravi a causa di comportamenti sbagliati. Lo testimoniano i dati aggiornati forniti dalla polizia stradale di Cremona: dall’inizio del 2019 fino al 31 ottobre scorso sul nostro territorio sono stati rilevati 480 incidenti stradali, di cui 279 con lesioni, 8 mortali, e 193 con soli danni ai mezzi. Le cause: abuso di alcol, uso di droga, velocità, uso del cellulare senza auricolare, cinture non allacciate e il non corretto uso dei seggiolini. Numeri che sono importanti per capire la gravità del fenomeno, ma che non danno nemmeno lontanamente l’idea di ciò che sta dietro le conseguenze di un incidente stradale. Che può riguardare ognuno di noi, e purtroppo anche i bambini. Come è successo qualche giorno fa con il bimbo di 4 anni di Chiari spirato agli Spedali civili di Brescia poche ore dopo il ricovero in seguito ad un incidente stradale, o come il piccolo Punjt Singh. 17 mesi appena, morto il 18 agosto scorso a sette mesi dal pauroso incidente stradale in cui rimase coinvolto a Rivarolo del Re con la mamma, un fratellino e una sorellina.

“E’ un segnale importante che sia stato istituito questo giorno in memoria delle vittime della strada”, ha detto il comandante della stradale Federica Deledda, “ma è un tema su cui ognuno di noi dovrebbe focalizzarsi tutti i giorni. E’ bene che ci si fermi a riflettere. Indignarsi non basta, spaventarsi non basta. Inutile il clamore suscitato per i seggiolini dei bambini quando quotidianamente ci si imbatte in genitori che non ne fanno uso. C’è bisogno di attivarsi per mettere in atto azioni concrete ed efficaci”. Quello della polizia stradale è davvero un impegno quotidiano per cercare di prevenire queste tragedie. “Sulla strada siamo sempre presenti”, ha sottolineato il comandante, al lavoro con i suoi uomini anche l’ultimo fine settimana sulle strade cremonesi contro l’uso di stupefacenti e alcol al volante. Tre le denunce per guida in stato di ebbrezza e una per guida sotto l’effetto di stupefacenti. “I test a cui sottoponiamo i conducenti”, ha spiegato il comandante Deledda, “sono inviati al laboratorio di tossicologia forense di Roma. I risultati arrivano in una decina di giorni, e nel frattempo la persona non guida: la patente viene ritirata, non ci sono assolutamente permessi provvisori”. E poi l’impegno della stradale nelle aziende, come è successo venerdì alla Diversey Italy Production di Bagnolo Cremasco, dove gli agenti sono stati chiamati a parlare di sicurezza stradale, oppure tra gli enti e le istituzioni; con l’Inail, in quanto molti degli incidenti che accadono sono incidenti sul lavoro. E anche, ovviamente, nelle scuole: “E’ giusto parlare di sicurezza stradale ai ragazzi che sono il nostro futuro”, ha sottolineato il comandante, “ma è anche giusto occuparci del presente, e cioè degli adulti che giorno dopo giorno sono su strada. Occorre fare formazione anche con loro e cancellare le condotte di guida errate che magari sono state portate avanti per anni”.

Dopo un incidente stradale, la vita delle persone che ne sono rimaste coinvolte cambia radicalmente. La loro e quella dei propri familiari. “Un problema spesso sottovalutato”, ha detto il comandante, “che va affrontato studiando, con competenza e con passione, continuando a lavorare con impegno e professionalità per garantire la sicurezza di tutti”.

Sara Pizzorni

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