Cronaca

Falso e appropriazione indebita: assolto l'avvocato- scrittore Andrea Guizzardi

L'avvocato Guizzardi e la collega Grandi

Assolto dall’accusa di falso perché “il fatto non sussiste”, e assolto dall’accusa di appropriazione indebita perché “l’azione penale non doveva essere proseguita per difetto di querela”. Questa la decisione del giudice nei confronti dell’avvocato del Foro di Cremona Andrea Guizzardi, finito a processo perché accusato di aver confezionato una sentenza falsa per intascarsi mille euro. “Non andavo a rovinarmi la vita per mille euro”, ha commentato dopo la lettura della sentenza l’avvocato-scrittore Andrea Guizzardi, assistito dalla collega Elisabetta Grandi.

Tutto era partito da una denuncia presentata in procura dall’avvocato Beatrice Ghillani, coordinatrice dei giudici di pace. La vicenda è relativa ad un risarcimento di mille euro che la signora Elide Gorini, cliente di Guizzardi, aveva ottenuto dalla sua vicina di casa, che l’aveva aggredita, grazie ad un accordo in via extragiudiziale come risarcimento per le lesioni subite. Quei mille euro erano stati consegnati dal legale della vicina di casa nelle mani dell’avvocato Guizzardi che avrebbe dovuto darli alla propria cliente. “Non me li ha mai dati”, aveva invece sostenuto la signora Elide. “Anzi, diceva che la mia vicina non aveva ancora onorato il suo debito, giustificando il ritardo con i tempi della giustizia. Anni dopo ho incontrato la mia vicina di casa e mi ha detto stupita che quei mille euro lei li aveva già da tempo consegnati al suo legale”.

A quel punto, stupita, la signora Elide era andata a chiedere spiegazioni a Guizzardi che le aveva mostrato un documento di tre pagine: la sentenza, datata 22 aprile del 2016 ed emessa dal giudice di pace Ghillani, relativa ad una causa promossa da Guizzardi per conto della cliente per recuperare quel risarcimento di mille euro. Risarcimento che risultava addirittura raddoppiato: mille euro di spese legali e altri mille per i danni. La sentenza era siglata dal giudice in ogni pagina e sottoscritta in fondo con firma per estesa del magistrato. Un falso, per l’avvocato Alessandro Bertoli, del Foro di Brescia, che a processo assisteva la signora Elide. Quest’ultima, sentenza alla mano, si era presentata dal giudice di pace che aveva sostenuto di non aver mai emesso quella sentenza.

Quel documento, però, come ricordato oggi dall’avvocato Grandi, non aveva timbri o numero di registrazione. Ed era una fotocopia. In questi casi la Cassazione, già pronunciatasi in una sentenza a sezioni unite, ha ritenuto non integrato il reato di falso se se si tratta di una fotocopia che non riporta elementi essenziali, come ad esempio il logo della Repubblica. Per quanto riguarda invece l’altro reato di appropriazione indebita, è emerso un vizio di procedibilità, in quanto nel corso del processo sono cambiate le norme e la querela avrebbe dovuto essere depositata almeno nel corso della precedente udienza. Cosa che non è avvenuta.

“Il mio cliente andava comunque assolto”, ha tenuto a sottolineare l’avvocato Grandi. “Contro di lui non c’erano prove”. “Non vado a rovinarmi la vita per mille euro”, ha detto a sua volta l’avvocato Guizzardi, che alla lettura della sentenza ha tirato un respiro di sollievo. Per lui, il pm aveva chiesto la condanna ad un anno. La motivazione sarà depositata entro 60 giorni.

L’avvocato Andrea Guizzardi è noto anche come scrittore .Con il suo primo romanzo “Fuga dalla capanna, ha vinto il premio speciale della giuria al premio letterario Franz Kafka Italia 2016 ed è stato finalista al concorso letterario Mario Soldati edizione 2016. Grande consenso ha ottenuto anche il romanzo “Ferro su ferro” , che giusto sabato sarà premiato a Milano. Non solo libri, ma anche poesie: “Mi sono servite per buttare fuori la tensione che avevo”, ha raccontato l’avvocato scrittore. “Alcune di esse descrivono il mio stato d’animo del momento”. Guizzardi sta già lavorando al suo terzo libro. “Sono in contatto con l’editore, è un libro dedicato al tennis, uno sport che amo molto ma che purtroppo per il momento ho dovuto sospendere”.

Sara Pizzorni

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