Cronaca

Prescrizione: i penalisti incrociano le braccia. Nuova astensione dal 21 al 25 ottobre

Gli avvocati penalisti di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova, nei giorni dal 21 al 25 ottobre, aderiranno all’astensione indetta dall’Unione Camere penali italiane contro l’entrata in vigore delle nuove norme sulla prescrizione che significano: ‘Fine processi mai’ per gli indagati e gli imputati, ‘assoluzione mai’ per gli innocenti sottoposti a giudizio, ‘risarcimento mai’ per le parti civili, che dal reato hanno derivato un danno.

Nel comunicato della Camera Penale si legge che “la prescrizione è una regola di civiltà, che fissa un tempo massimo per arrivare a condannare od assolvere un imputato partendo dal principio, di puro buon senso, per cui non si può lasciare una persona in balia del processo per un tempo teoricamente infinito. La prescrizione prevede l’estinzione del reato decorso un certo lasso di tempo dalla sua consumazione. Il tempo necessario a far prescrivere un reato è variabile sia in funzione della pena massima prevista dalla legge, sia in funzione della qualifica del reo quale recidivo o delinquente abituale (più il reato è grave, più lungo è il termine di prescrizione). Se il tempo limite viene eliminato, chi è sottoposto a giudizio, anche per un reato bagatellare, rimarrà sottoposto a giudizio per un tempo infinito con la conseguenza, ad esempio, di non poter accedere
a concorsi pubblici a causa del carico pendente.

I reati si prescrivono perchè i processi che dovrebbero accertarli durano troppo a lungo e lasciano le persone, vittime e imputati, in un’incertezza inaccettabile, per un tempo infinito e in una sorta di limbo kafkiano intollerabile. Si dice che la prescrizione sia l’arma degli avvocati interessati a tirare il processo per le lunghe per far estinguere il reato e sottrarre alla pena il proprio cliente: non è vero, anche perché i rinvii per impedimenti o astensioni prevedono la sospensione della prescrizione e,
quindi, non incidono sul decorso del tempo utile alla prescrizione. Stabilire che dopo la sentenza di primo grado i reati non si prescriveranno più, ridurrà i tempi necessari per avere giustizia? No, è vero l’esatto contrario: l’assenza dello spauracchio
della prescrizione, rallenterà ulteriormente il lavoro degli uffici giudiziari e fornirà alla politica due formidabili alibi per non munire l’apparato giudiziario di fondi, strumenti e personale capace di renderlo più efficiente e, conseguentemente, di avere più rapidi processi.

La sospensione della prescrizione favorisce e avvantaggia le vittime del reato? No, le condanne alle restituzioni e al risarcimento del danno diventano eseguibili solo dopo il giudizio di appello: dilatare senza limite i tempi dei diversi gradi, pertanto, allontanerà anche il momento in cui le vittime potranno vedere ristorati i danni economici subiti. Peraltro, già oggi la prescrizione maturata nel corso del giudizio di secondo grado non estingue le condanne risarcitorie emesse in primo grado”.

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