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Provincia, vigilia di consiglio Bertoni diffida Signoroni, FI annuncia che lascerà l'aula

Durissima reazione di Rosolino Bertoni alla convocazione del consiglio provinciale di oggi pomeriggio alle 18, firmata dal vicepresidente Rosolino Azzali. Bertoni ha scritto questa mattina all’amministrazione provinciale, diffidando il rivale Mirko Signoroni dal candidarsi alle prossime elezioni. Una diffida che fa riferimento alla sua presunta ineleggibilità all’epoca delle elezioni, condizione poi sanata con le dimissioni dall’Ato. Al momento Signoroni non è più parte in causa in quanto si è dimesso la scorsa settimana. Situazione che però non basta a Bertoni e ai partiti che lo hanno sostenuto, Forza Italia e Lega, oltre che al Vicesegretario dell’ente Bonvini: secondo la loro interpretazione del testo unico degli enti locali e dello statuto, Signoroni non avrebbe potuto dimettersi e l’unica persona titolata a svolgere le funzioni di presidente è lo stesso Bertoni, secondo classificato alle elezioni del 25 agosto con 31.276 voti contro i 37.190 di Signoroni. Una tesi che circola dal 18 settembre, all’indomani della lettera della ex segretaria generale Maria Rita Nanni aveva inviato ai consiglieri facendo proprio il parere dell’Ato stesso.

Bertoni chiede a questo punto una misura di autotutela, invocando gli articoli 41 e 60 del testo unico degli enti locali: il primo che regola gli adempimenti della prima seduta del consiglio provinciale (“… prima di deliberare su qualsiasi altro oggetto, ancorché non sia stato prodotto alcun reclamo, il consiglio deve esaminare la condizione degli eletti a norma del capo II titolo III e dichiarare la ineleggibilità di essi quando sussista alcuna delle cause ivi previste ..”); il secondo sulle cause di ineleggibilità. Non solo: Bertoni contestualmente chiede di essere proclamato egli stesso presidente “quale unico candidato eleggibile alla carica”.

Per dare supporto a questa tesi i consiglieri di Forza Italia molto probabilmente prenderanno parte all’avvio di seduta consigliare, ma usciranno dall’aula non appena si procederà alla discussione dell’ordine del giorno.

L’altra faccia della medaglia è quella sostenuta dal Pd e dagli alleati civici di centrodestra che hanno sostenuto Signoroni: “Al fine di evitare ulteriori interventi scomposti – afferma  il segretario provinciale dem Vittore Soldo – volti a creare una situazione di falsa incertezza e di supposta anarchia che non esiste e perché sia chiara e ferma la posizione del PD cremonese si precisa quanto segue:

1) È inutile allo stato degli atti ritornare a dibattere il tema della possibile ineleggibilità del Presidente eletto Signoroni perché Signoroni stesso, dando prova di grande sensibilità istituzionale e dello spirito di servizio che lo ha portato a mettersi a disposizione, si dimette per evitare strumentali polemiche ma nel convincimento della giustezza di quanto fatto;

2) Gli atti compiuti dal Presidente eletto dopo la proclamazione ed il giuramento sono, secondo la migliore dottrina e giurisprudenza, validi e tra questi, nel nostro caso rientrano tutti i decreti presidenziali assunti compresa la nomina del vicepresidente;

3) Evitando, quindi, ogni fermentazione patologica del diritto, occorre smettere di rincorrere avventurose ipotesi di chi sia, nel caso presente, il consigliere anziano perché il vicepresidente validamente nominato è Rosolino Azzali;

4) Adesso che con le dimissioni del Presidente Signoroni viene meno il motivo del contendere sollevato dal ricorso depositato presso il tribunale ordinario di Cremona, restano aperte le porte del TAR (giudice amministrativo) per i temerari delle carte bollate;

5) Le forze politiche che non hanno vinto le recenti elezioni per la carica di Presidente della Provincia cerchino la rivincita nelle imminenti prossime elezioni: basterebbe questo a dimostrare il tanto dichiarato e poco praticato attaccamento alle istituzioni”.

 

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