Cultura

Uno Stradivari tra le sparatorie dei saloon: a difenderlo c'è Shotgun Slade

di Marco Bragazzi
La piccola storia di quel selvaggio West in cui, tra furti di bestiame, pistoleri dal grilletto facile, sceriffi dai modi bruschi, saloon con pianisti, banconi del bar sempre carichi di whisky, nasce lo scenario per un violino Stradivari, o meglio, per proteggere un violino fatto a Cremona. Scott Brady, al secolo Gerard Kennett Tierney, è stato un attore che ha vissuto la rinascita e l’esplosione di Hollywood, insieme a suo fratello Lawrence, “semplicemente” Joe Cabot in “Le Iene” di Quentin Tarantino oltre ad altri “filmoni” hollywoodiani e serie come Star Trek.

Ha cominciato a frequentare il mondo della celluloide alla fine della Seconda Guerra Mondiale per poi passare anche alla televisione. Scott metterà il suo volto in telefilm come Baretta e Mission Impossible così come al cinema lo si poteva vedere alle prese con i terribili Gremlins o nel tremendamente attuale Sindrome Cinese con Michael Douglas. Ma per arrivare a profetizzare gli effetti di tremende esplosioni in centrali nucleari o a combattere piccoli mostri che si trasformano e si moltiplicano con l’acqua Scott ha dovuto “mettersi al servizio” del maestro liutaio per eccellenza, Antonio Stradivari. Siamo nel 1959 in qualche studio di Hollywood e della Universal dove, visto il successo del genere western che spopolava nel “nuovo corso” della televisione per famiglie, si decide di creare una serie ad hoc per ovviare alle nuove esigenze del pubblico statunitense. La nuova serie doveva risultare diversa da quella già usata e riusata dalla maggior parte delle produzioni hollywoodiane e così, invece del classico sceriffo dalla pistola facile, si venne creata una nuova forma di “eroe”, quello dell’investigatore privato al soldo di compagnie assicurative per proteggere o recuperare i valori assicurati. La serie prese il titolo del protagonista, Shotgun Slade e, nel ruolo di Slade, per 78 puntate che si conclusero nel 1961, fu scelto Scott Brady. Il 6 maggio 1960 i numerosissimi spettatori televisivi seguirono Slade a Denver dove, complice la tournée di un noto violinista, l’investigatore aveva ricevuto il mandato da parte di una compagnia assicurativa di proteggere a tutti i costi un violino Stradivari che era il “perno” dello spettacolo itinerante ed assicurato per una somma ingentissima dalla compagnia.

Con il titolo della puntata di “The Fabolous fiddle”, ovvero “il magnifico violino”, i milioni di spettatori americani seguirono il 6 maggio le gesta dell’investigatore privato per proteggere l’opera d’arte fatta a Cremona da svariati banditi intenzionati a rubare il preziosissimo strumento a corde. Tra pugni, ragazze con reggicalze e cappellini e il suo peculiare e particolare fucile dotato di 2 calibri diversi per colpire sia vicino che lontano, Slade Shotgun, nome derivato proprio dalle caratteristiche del suo fucile, diventerà una sorta di Sherlock Holmes del selvaggio West alla ricerca non di un colpevole, ma di potenziali colpevoli. Senza usare il classico revolver Colt che era il segno distintivo dei western di allora l’episodio racconta di come, tra musicisti di origine tedesca e ragazze con occhi languidi alla vista di Slade, l’investigatore porti sempre con se, insieme al suo fucile, la custodia con lo Stradivari, quasi come se la sua arma vivesse in simbiosi con il violino. Per capire l’ambientazione basti ricordare che, nella storia della Vaudeville americana, spesso i musicisti dichiaravano di suonare uno strumento “made in Cremona”, in quanto capace di attirare molti più spettatori rispetto a violini fatti da altre parti, rendendo un tributo alla liuteria cremonese.

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