Pizzetti non partecipa al voto su Conte2: 'Sprecata occasione di allargare basi del consenso'
Luciano Pizzetti non ha partecipato, insieme al collega piemotese Portas, al voto di fiducia che ieri sera alla Camera dei Deputati ha dato il via libera al Governo Conte 2 (oggi i lavori si stanno svolgendo al Senato). Il deputato democratico cremonese critica le modalità con cui si è giunti a questo esecutivo, a cui rimprovera la mancanza di elementi di novità rispetto alle dinamiche del passato. La replica di un vecchio modo di fare politica che non risponderebbe alle necessità di cambiamento reclamate dagli italiani con il voto di un anno fa.
“Io ho lavorato perchè si arrivasse a questa alleanza politica, allo scopo di impedire che l’Italia scivolasse in dinamiche più prossime a quelle di Paesi come l’Ungheria che non alle democrazie occidentali – spiega Pizzetti raggiunto oggi al telefono -. Veniamo da anni in cui coi 5 stelle ci sono stati forti elementi di tensione; questa poteva essere l’occasione per formare una compagine di governo che fosse maggiormente espressione della società italiana, in cui esistono elementi di grande valore, e non – come invece è stato – espressione di alchimie e dinamiche interne ai partiti, una sorta di ‘qualcuno a te, qualcuno a me”. La nuova maggioranza che si è formata al Governo non è espressione della maggioranza degli italiani: di questo Pizzetti si dichiara consapevole, pur ribadendo che il nuovo esecutivo è pienamente “legittimo e democratico”, in una democrazia rappresentativa come la nostra. Nessun giudizio, peraltro, viene espresso sulle singole individualità del governo, “non giudico i ministri, giudico l’operazione politica”.
Eppure resta il rammarico “che la fase in cui siamo richiedeva un coraggio maggiore nel comunicare al Paese un elemento di novità. A maggior ragione si sarebbe dovuto approfittare di questa fase storica per allargare le basi del consenso”. Quanto al discorso di Conte, che ha impressionato tanti commentatori per il piglio assunto da un premier a lungo rimasto nell’ombra dei suoi due vice, Pizzetti si dichiara piacevolmente colpito: “Un discorso molto efficace nella replica, pungente e condivisibile; puntuale e puntiglioso nell’introdurre le prospettive di carattere politico e programmatico. Mi pare che con questa replica Conte abbia ammazzato i mesi precedenti, assumendo il ruolo del timoniere della nave e non di un uomo prigioniero”.
Quanto durerà questo governo? Per il deputato Dem il traguardo non si limiterà all’elezione del presidente della Repubblica prevista per la primavera 2022, ma sarà “un governo di legislatura”.
Scetticismo viene espresso anche dal vice segretario provinciale Pd Andrea Virgilio: “In nome di questa ‘grande responsabilità’ verso il paese, non si presenta un assetto di governo forte, ambizioso, espressione di ministri di alto livello, provenienti dalla società civile o dalle primissime linee del Partito Democratico, ma si delinea un esecutivo frutto di una compensazione delle varie “sensibilità interne” (così si dice per evitare il termine “corrente”). Resta incolmabile il divario fra l’ambizione dichiarata di questo governo, che dovrebbe ricomporre il paese e uno stile Cencelli utilizzato per la sua definizione. E…. forse non ci viene in mente che questo logorio costante, questi compromessi sui valori in nome di un’assunzione di responsabilità sempre più narrata e sempre meno comprensibile, queste operazioni puramente istituzionali, non siano forse la vera causa di un rapporto precario con i mondi popolari ma anche fra la classe dirigente nazionale e l’espressione del PD dentro ai territori”. g.b.