Cultura

Piedone l'africano e l'Esorcista uniti nel nome di Cremona

di Marco Bragazzi

Il commissario Rizzo e il brigadiere Caputo furono, dal punto di vista cinematografico, una delle coppie più amate dagli italiani. Il commissario Rizzo, ovvero Bud Spencer ma sulla pellicola chiamato Piedone, risolveva casi e arrestava criminali a suon di pugni e sberle seguito ed aiutato dal brigadiere Caputo, al secolo Enzo Cannavale. Padre Damien Karras, interpretato da Jason Miller, aveva invece l’arduo compito di risolvere casi di esorcismo in uno dei film horror tra i più conosciuti della storia: l’Esorcista. Piedone l’africano e l’Esorcista hanno un filo comune che li lega, filo che parte da Cremona e si sviluppa nel mondo del cinema, un filo che racconta film visti e rivisti da intere generazioni di italiani.

Adriano Bolzoni era nato a Cremona nel 1919, così come Maria Basaglia la quale, però, era della classe 1912. I due cremonesi, dopo gli studi in città, cominciarono a lavorare a Roma come autori e sceneggiatori in quella Cinecittà di fine anni ’30 che doveva produrre film in grado di piacere e di far sognare gli italiani. Con l’inizio della guerra i sogni fatti di celluloide non si fermano ma, con l’ingresso degli Alleati a Roma nel 1944, i due cremonesi sono costretti a trasferirsi e continuano a lavorare negli studi della Giudecca a Venezia fino alla fine del conflitto mondiale. A questo punto le strade professionali di Adriano e Maria si separano: Maria si sposa con Marcello Albani, ai tempi famoso regista, per trasferirsi in Brasile, mentre Adriano si mette al lavoro restando nella capitale. In Brasile Maria fonda con il suo coniuge la casa di produzione Paulistania Film che girerà diversi film per l’America Latina, mentre Bolzoni entrerà con le sue idee nel ‘nuovo mondo’ del cinema italiano destinato a diventare famoso anche ad Hollywood: il genere ‘Spaghetti western’.

Ma andiamo con ordine nel descrivere lo strano rapporto tra il commissario Rizzo e la problematica Chris MacNeil, durante la ‘Belle Epoque’ del cinema italiano Maria torna in Italia, ‘La Dolce Vita’ felliniana della Via Veneto a Roma di fine anni ’50 la vede protagonista con servizi fotografici grazie al suo ruolo come sceneggiatrice e produttore cinematografico. Sempre più legata alla passione per la scrittura nel 1971 riceve l’incarico di tradurre per il mercato italiano il libro appena uscito ‘L’Esorcista’ scritto da William Peter Blatty. Il successo spaventoso (visto il genere è il termine più appropriato) del libro trasferirà praticamente subito le pagine su pellicola dando vita ad uno dei film che hanno segnato la storia del genere horror ma anche del cinema nel senso più ampio del termine. La traduzione di Maria e l’aderenza della stessa con il film risulteranno vincenti, anche in Italia l’Esorcista spopolerà tra il pubblico passando da horror a ‘cult movie’ con spassose parodie come l’Esorciccio della ‘premiata ditta’ Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

Adriano Bolzoni, invece, tra biografie, sceneggiature e soggetti sempre molto originali come ‘Piedone l’africano’, arriverà a lavorare con registi come Sergio Corbucci, Lucio Fulci, Steno e Alberto Lattuada. Tra l’inizio degli anni ’50 e la fine degli anni ’80 i testi di Adriano Bolzoni incontrano attori come Tomas Milian e Gastone Moschin, lanciando nel mondo della celluloide un cinema italiano ‘ritrovato’ dopo un periodo di relativa tranquillità. Bolzoni scrive per il pubblico, scrive per descrivere quella Italia che si stava trasformando in un paese sempre più segnato da una società che diventava sempre più ‘cruda’. L’ultimo lavoro ufficiale per Bolzoni è del 1992, la sua sceneggiatura vede come protagonista un altro grande attore ‘cremonese’ visto il suo passato: Rutger Hauer in ‘Beyond Justice’ con Omar Sharif, Carol Alt e le musiche di Ennio Morricone. Adriano scomparirà nel 2005, mentre Maria si era spenta nel 1998. Come per il grande Ugo Tognazzi i due autori cremonesi hanno lasciato un segno nella storia del cinema italiano, segno che però, per tutti e tre, spesso nella loro Cremona viene dimenticato.

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