Politica

Verso il Governo Pd-M5S: i pareri degli esponenti locali. Critico Virgilio

Il discorso di Giuseppe Conte

Ora che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato a Giuseppe Conte l’incarico di formare un nuovo governo che sia espressione della nascente alleanza tra Pd e Movimento Cinque Stelle, non mancano i mal di pancia, anche all’interno dello stesso Partito Democratico. A livello locale è il vice sindaco di Cremona, Andrea Virgilio (vice segretario provinciale del Pd) a storcere il naso, non tanto sull’esigenza di individuare un’alleanza quanto sulle modalità, “che è molto verticistica e priva di un’interlocuzione minima con la base” evidenzia. “Una modalità che finora ha visto una discussione sui profili e non sui contenuti. Per questo manifesto perplessità. Mi chiedo quante volta la sinistra riformista ha utilizzato queste motivazioni: una permanente assunzione di responsabilità che ci porta però a uno scollamento con la nostra base di riferimento. Si è visto un cambio di direzione repentino nel giro di pochissimo: un mese fa fu applaudito il no all’accordo coi M5S mentre un mese dopo è stato applaudito il si. Credo che questo l’elettorato non lo giudichi positivamente”.

Insomma, al Pd, secondo Virgilio, serve una riflessione interna. “La sinistra che in questa fase storica si ritrova a dover riconsolidare un rapporto con i mondi popolari deve attraversare la rivisitazione delle proprie priorità e del proprio pensiero. Sono convinto che una forza progressista per rigenerare se stessa deve, prima di ogni cosa, prima di ogni tentativo di alleanza forzata, attraversare il deserto, un deserto di umiltà, anche di opposizione dura, spietata, perché un soggetto politico non vive solo se è al governo, o se privilegia la scorciatoia di una resistenza tutta interna alle istituzioni. Credo che l’opinione pubblica in questo accordo avverta un’operazione di palazzo non un’operazione sulla tenuta del Paese”.

Anche per questo, secondo Virgilio, è fondamentale iniziare questa alleanza guardando ai programmi: “Il Pd deve mettere al cento la questione del lavoro, delle imprese, ambientale e infrastrutturale. Non dobbiamo dimenticare le esigenze del nord, come l’autonomia, rivendicata da regioni di centrodestra ma anche di centrosinistra. Dobbiamo rivedere le politiche economiche che il M5S hanno messo in campo: il tema del reddito di cittadinanza va rivisto, perché così è uno strumento di matrice assistenzialistica”.

Decisamente più possibilista il consigliere regionale Matteo Piloni (Pd): “Ero favorevole a questa alleanza prima e lo sono ora” evidenzia. “Mi sembra una strada da provare, e che ci stia muovendo bene. Del resto oggi non ci sono alternative a una soluzione come questa. Soluzione che credo possa far bene al Pd, anche se molto rischiosa. Ma soprattutto è utile al paese per scongiurare l’aumento dell’Iva e delle tasse, ma anche per recuperare credibilità in Europa. Infine per il nostro partito questa è l’occasione per recuperare l’elettorato che aveva perso in questi anni e che si era spostato verso il Movimento 5 Stelle”.

Un’alleanza inevitabile anche secondo Paolo Carletti, presidente del Consiglio comunale di Cremona: “Fin da dopo il voto sosteniamo che il Pd debba guardare a una possibile alleanza con il M5S. Invece abbiamo mangiato pop corn per un anno. Ora non cogliere l’occasione sarebbe stato un delitto. Dobbiamo desalvinizzare il paese e fare la manovra economica. Abbiamo un sistema proprozionale e fare alleanze è indispensabile. E oggi i 5 stelle sono gli unici con cui poter dialogare”.

Positività anche sul fronte dei pentastellati, che vedono come un’ottima opportunità questo nuovo dialogo. Che non va chiamato alleanza, secondo il consigliere comunale di Cremona Luca Nolli: “Non ci alleiamo col Pd così come non ci siamo alleati con la Lega” scrive sulla sua pagina Facebook. “Con l’attuale legge elettorale nessuno ha i numeri per governare da solo per cui: o si trovano punti comuni, che con maturità e nel rispetto reciproco, ci consentano di raggiungere una maggioranza in grado di andare avanti oppure ci si trova nel caos. Con la Lega avevamo trovato dei punti in comune, raccolti in un contratto di Governo. Purtroppo, la mossa avventata di Salvini ha messo l’Italia in una situazione poco piacevole e dobbiamo correre ai ripari. Tornare con la Lega non può essere una soluzione vista la mancata affidabilità. Dunque l’unica alternativa può essere quella di lavorare col Pd. Serve una nuova legge elettorale che preveda il taglio dei parlamentari ed è indispensabile dimostrare agli italiani che i risultati portati dal Governo Conte sono merito di chi ha lavorato al Governo e non di chi passava il tempo a fare campagna elettorale”.

Naturalmente, bisogna trovare una quada sugli accordi programmatici, come evidenzia il consigliere regionale pentastellato Marco Degli Angeli: “Il faro dovrà esser sempre il rispetto dei temi che Di Maio ha messo come base della trattativa” evidenzia. “E’ positivo che il Pd abbia accettato Conte come premier, ma ora è fondaementale che si scelgano per i ministeri persone che possano portare avanti questo programma. Bisogna continuare il lavoro sul reddito di cittadinanza e sulla quota cento, ma anche lavorare sulla riduzione del cuneo fiscale e sulla questione infrastrutturale. E ancora, bisogna portare avanti la riforma della giustizia e del riordino della sanità. Per governare servono accordi programmatici, però ci aspettiamo un serio impegno da tutti”.

lb

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