Cronaca

Registro Bigenitorialità, tra Cremona e Mantova il maggior numero di adesioni

Il territorio della Val Padana (province di Cremona e Mantova) è il primo in Italia a registrare il più alto numero di Comuni ad aver approvato il Registro della Bigenitorialità. In particolare sono Piadena, Casalbuttano, Cremona, Crema, Pizzighettone, Annicco e Castelverde. Nell’area casalasca L’Unione Foedus (Rivarolo del Re ed Uniti, Casteldidone e Spineda), Unione di Calvatone e Tornata, dopo la pausa estiva procederanno alla presentazione in Consiglio della proposta di adozione Registro. Nell’area cremasca, dopo un timido inizio sono i Comuni di Sergnano, Spino d’Adda con i quali abbiamo già programmato gli incontri.

Gli ultimi in ordini di tempo ad aderire è stata l’unione dei comuni Oglio Po-Ciria ha approvato il Registro della Bigenitorialità, e subito dopo la pausa estiva permetterà a mamma e papà separati di legare i propri domicili a quello dei figli minori. Massimo Brugnini, Sono i Sindaci di Corte dè Frati, Olmeneta, Scandolara Ripa d’Oglio e di Grontardo, Rosolino Azzali, Renzo Felisari, Angiolino Zanini e Luca Bonomi che hanno da subito aderito alla sensibilizzazione che l’Associazione Bi.Genitori Onlus sta promuovendo sul territorio cremonese in ordine all’adozione del Registro della Bigenitorialità. Il 30 luglio tutti e quattro i Comuni hanno presentato in Consiglio Comunale la Proposta di Delibera ed hanno proceduto con voto unanime all’adozione del Registro, solo per il Comune di Grontardo su richiesta dei Consiglieri Antonio Spotti e Rosolino Amidani che pur apprezzando l’iniziativa, ci hanno chiesto di approfondire gli aspetti giuridici per il perfezionamento della proposta.

“L’obbiettivo di questo strumento amministrativo – spiega Francesca Cerati, referente della zona mantovana – è consentire a tutti gli enti (salute, scuola, sport) che si occupano dei figli minori dei genitori separati di conoscere i riferimenti di entrambi, dialogare e comunicare con essi come previsto dalla legge 54/2006 sull’affido condiviso che recita “in caso di separazione dei genitori le decisioni per i figli devono essere prese di comune accordo”.

Nello specificare che l’adozione del registro non rappresenta un obbligo cogente, non comporta nessun costo e nemmeno aggravio di lavoro in più a carico degli Uffici Comunali, e quindi, la scelta dell’istituzione dipende esclusivamente dalla sensibilità sul tema degli Amministratori, l’Associazione vuole però ribadire che in realtà rappresenta uno strumento amministrativo funzionale a garantire il rispetto dei diritti dei minori in condizione di genitorialità fragile, in presenza di genitori separati/divorziati, la circolarità delle comunicazioni inerenti la vita dei figli, coinvolgendo entrambi i genitori nelle scelte, in attuazione del principio della bigenitorialità e dei protocolli stipulati dai Tribunali.

 

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