Cultura

Stradivari, fascino e mistero La magia del violino nei set di cinema e tv

di Marco Bragazzi

Antonio Stradivari non è stato “soltanto” uno dei più grandi liutai della storia ma, indirettamente, ha aiutato il comandante James Bond e lo spionaggio inglese, da tutti conosciuto con l’acronimo di MI6, ad uscire da una situazione tutt’altro che favorevole tra proiettili, piste da sci e confini con il blocco sovietico segnalati da una piccola sbarra. Era il 1987 quando il comandante della Marina Reale Inglese James Bond diventa protagonista dell’ennesimo film dedicato all’agente segreto più famoso di sempre.

Nelle sale cinematografiche di tutto il mondo esce 007 – Zona pericolo (The Living Daylights) con l’attore Timothy Dalton, ovvero James Bond, impegnato a sopravvivere alle “attenzioni” di un killer disposto a tutto pur di eliminarlo. Il killer, in realtà, è anche una eccellente violoncellista di nome Kara Milovy, talmente dotata da ricevere in regalo da James Bond uno strumento da sogno per i suoi concerti, un violoncello del maestro Stradivari.

Il violoncello “Lady Rose” costruito a Cremona nel 1724, ovviamente il nome è “adattato” alle esigenze cinematografiche, diventerà la “chiave di volta” per Bond nel risolvere l’ennesimo complotto ai danni del mondo libero. Il violoncello, comprato come lotto 124 ad una asta da Bond, sarà usato non solo come regalo ma, purtroppo, anche in maniera poco idonea in quanto servirà, insieme alla custodia trasformata in una singolare slitta da neve, a facilitare la fuga della coppia Bond – Milovy da decine di soldati russi che non avevano problemi a sparare su uno Stradivari. Le clip del film descrivono l’enorme valore dello strumento costruito a Cremona perfidamente sforacchiato da soldati russi intenti ad eliminare i protagonisti del film, del resto il valore intrinseco ma anche economico dei violini cremonesi era ben conosciuto già in tutto il mondo. Ma quando il mondo è soggetto ad una epidemia di zombie, complotti, aggressioni e da un tentativo di tornare ad una normalità post apocalittica trovare spazio per il maestro liutaio diventa difficile.

Non è così nel 7° episodio della nona stagione di “The walking dead”, serie televisiva fortunatissima che racconta l’evoluzione, la lotta, il coraggio e anche il dramma di una comunità che deve sopravvivere al famelico bisogno di cibo degli zombie, alle guerre con altre comunità ma anche a se stessa. In questo episodio dal titolo emblematico di “Stradivari”, il violino di Luke creato da Antonio Stradivari da Cremona rappresenta, con il suo suono, la capacità dell’uomo di differenziarsi dagli animali. In un mondo dove le comodità non esistono o sono limitate la musica, suonata attraverso un violino Stradivari, può generare speranza e voglia di rinascere nonostante la paura delle infezioni degli zombie o degli affetti che rischiano di scomparire per un morso. In due modi diversi Antonio Stradivari ha aiutato, sul grande e piccolo schermo, ruppi di persone a sopravvivere e ad uscire da situazioni di pericolo, fermo restando la musica che gli strumenti del grande liutaio sapevano trasmettere.

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