Cronaca

Scritte su palazzo Grasselli e su case private, il sindaco in aula: 'Forte indignazione'

Da sinistra, gli avvocati Cesare Gualazzini ed Enrico Cistriani e il sindaco Gianluca Galimberti
Il sindaco e l’avvocato Cistriani

Il 5 agosto del 2017 diversi edifici della città erano stati imbrattati con scritte anarchiche. Trenta gli immobili presi di mira, tra cui lo storico palazzo Magio Grasselli e in centro le colonne di Galleria 25 aprile, case private e vetrine di svariati negozi. Dodici le  denunce che erano state presentate, compresa quella del Comune di Cremona, formalizzata in Questura la mattina del 26 ottobre di quello stesso anno dal sindaco Gianluca Galimberti. Oggi in tribunale è entrato nel vivo il processo a carico del leader del centro sociale Kavarna Andrea Tronco, 36 anni, e di Irene Negroni, 30 anni, entrambi residenti in città, accusati di danneggiamento aggravato.

“Il palazzo maggiormente colpito è stato palazzo Magio Grasselli”, ha spiegato oggi il sindaco al giudice. “Un edificio dal valore storico e dal significato di grande rilievo che attualmente è oggetto di un progetto di ripristino e che sarà destinato ad essere sede di rappresentanza del Conservatorio del Comune e sede di convegnistica per associazioni internazionali”. Per ripulire lo stabile non era stato semplice: per non rovinarlo ulteriormente erano state necessarie analisi e un lavoro più “raffinato e costoso” rispetto a tutti gli altri. “I danni”, ha ricordato il sindaco, “ammontavano a circa 2000 euro”. “Una vicenda”, ha aggiunto Galimberti, “che ha indignato non solo me personalmente e il Comune, ma che ha provocato disagio e una forte indignazione in tutta la città”.

L’avvocato Bozuffi

Nel procedimento il sindaco si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Cesare Gualazzini (in aula era presente anche l’avvocato del Comune Enrico Cistriani), mentre Piero Feraboli e Carla Zanoni, proprietari di un immobile di corso XX Settembre, all’angolo con vicolo San Lorenzo, sono rappresentati dall’avvocato Simona Bozuffi. Delle parti offese è stato chiamato a testimoniare Andrea Fornasari, proprietario dello stabile di piazza Stradivari dell’ex Casa di Bianco. Tutte le altre denunce sono state acquisite agli atti. A raccogliere e formalizzare le dodici querele era stato il sovrintendente della Digos Gianpaolo Razzetti. Gli imputati erano stati identificati attraverso la visione delle immagini del circuito comunale e dai filmati delle telecamere dei privati. “Tutto il centro storico era tappezzato di scritte contro le istituzioni”, ha ricordato Razzetti. “Corso XX Settembre è stata una delle vie maggiormente prese di mira, lì sono stati fatti quattro danneggiamenti. Su palazzo Magio Grasselli, invece, c’erano scritte contro CasaPound”.

Il 4 agosto del 2017, giorno precedente il ritrovamento delle scritte, c’era stata la protesta dei centri sociali contro gli arresti di otto anarchici effettuati a Firenze. Negli ambienti cittadini di quell’area era subito corso il passaparola e gli aderenti al Kavarna avevano organizzato in piazza Roma una manifestazione di solidarietà per gli arrestati. Proprio attorno alla piazza, nottetempo, erano comparse le scritte contro polizia e centri di potere.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 6 novembre per sentire i due poliziotti che avevano visionato le immagini delle telecamere. Per quella stessa data è prevista anche la sentenza nei confronti dei due imputati, entrambi difesi dall’avvocato Sergio Pezzucchi.

Sara Pizzorni

 

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