Cronaca

Aler, parte la rivoluzione: domande solo online, allarme per i troppi alloggi vuoti

Da sinistra, Corado Della Torre, Albano Bianco Bertoldo, Luca Rocchetti.

Cambio della guardia alla direzione dell’Aler di Cremona – Mantova (unità di gestione operativa dipendente dalla sede di Brescia): a Maurizio Boldori succede Luca Rocchetti, 57 anni, piacentino, fino a marzo di quest’anno dirigente all’Aler di Pavia-Lodi. Lo hanno presentato il presidente Albano Bianco Bertoldo e il direttore generale Corrado della Torre, questa mattina in via Manini. Bianco Bertoldo ha ringraziato Boldori, per 34 anni in Aler Cremona e dal 2009 direttore generale, fino all’accorpamento delle tre province sotto la sede bresciana. “Da un ingegnere a un altro ingegnere che ben conosce questa realtà – ha detto il presidente – Cremona e Mantova rappresentano due realtà tranquille, circa 7000 alloggi su cui investiremo nei prossimi tre anni 10 milioni di euro. Fondamentale sarà gestire i rapporti con le amministrazioni locali, anche in vista dell’entrata in vigore del nuovo regolamento sulle assegnazioni”. Il Comune di Cremona già da tre anni ha deciso di gestire da sé i propri alloggi e non ha più rinnovato la convenzione con Aler (a Crema se ne sta invece discutendo). “Ma i rapporti con l’amministrazione non si esauriscono con la convenzione, c’è un’interazione continua con gli uffici comunali, Polizia Locale e servizi sociali in primis”. “L’accorpamento di Cremona con Mantova è stato forse quello riuscito meglio in regione”, ha aggiunto Della Torre. “Rocchetti conosce bene la realtà dell’edilizia residenziale pubblica lombarda; oltre agli interventi manutentivi il suo compito sarà quello di recuperare i rapporti con gli enti locali, a partire dai due comuni più importanti, Cremona e Crema”.

La provincia di Cremona appare virtuosa rispetto alle altre realtà lombarde, con circa il 17% di morosità annua, percentuale salita però di una decina di punti rispetto al periodo precrisi. Rocchetti ha fatto il punto sugli interventi manutentivi che rimetteranno in circolo nei prossimi tre anni 286 alloggi in provincia, di cui 130 già in itinere nel 2019, 107 nel 2020, 49 nel 2o21, per un totale di 5 milioni di euro di cui 4 ottenuti dalla Regione e 1 dalla gestione aziendale. “Il patrimonio Aler è consistente, ma vecchio – ha spiegato Rocchetti -. Il numero di alloggi che non riusciamo ad affittare è alto e dobbiamo intercettare nuovi mezzi di finanziamento. Vareremo un piano di dismissioni per razionalizzare il patrimonio, pur nella consapevolezza di quanto sia difficile il mercato immobiliare. Ma sarà indispensabile per reperire fondi da destinare ai recuperi.”

Altra proposta innovativa che verrà sperimentata su Cremona sarà l’assegnazione “nello stato di fatto”: per quegli alloggi che necessitano di piccoli interventi potrà essere fatta una convenzione con gli affittuari che effettuano in proprio le riparazioni (ad esempio sostituzione di infissi o dei sanitari) che andranno a scomputo per 36 mesi del canone di affitto. Altro obiettivo è il miglioramento tra azienda e pubblico, “dobbiamo essere in grado di dare le risposte necessarie ad un’utenza di per sé difficile. Lavorando ad un miglioramento dell’organizzazione e sulla sburocratizzazione dei processi si può fare molto”. Personale ridotto al minimo, quello dell’Aler di Cremona, con 4 unità che lavorano sui rapporti con l’utenza e le lamentele quotidiane, sia telefonicamente che al front office, attualmente ad orario ridotto. E di nuove assunzioni si parla solo  in presenza di pensionamenti.

Con quest’anno dovrebbe entrare in vigore una novità epocale per l’edilizia residenziale pubblica: le nuove assegnazioni verranno fatte non più sulla base di graduatorie stilate dai comuni, ma su un’unica piattaforma informatica regionale in cui gli utenti potranno indicare le loro opzioni. A breve saranno emessi gli annunci sulle modalità di presentazione delle domande, che entreranno nel vivo da settembre, compito dell’Aler sarà di fornire supporto tecnico alla compilazione, 167 gli alloggi vuoti già disponibili. Preoccupazione c’è per un altro dato: “A  Cremona nell’ultimo periodo stanno aumentando le disdette e sta diminuendo il numero di nuovi contratti, il divario è del 25%. Questo significa appartamenti che restano vuoti, alla lunga la situazione è allarmante”. I motivi sono disparati: qualche sfratto diventato esecutivo, famiglie che cambiano residenza, forse anche il calo demografico di una provincia sempre più vecchia.

I CASI SCOTTANTI – Tra i casi aperti più problematici c’è quello del cantiere di via Santa Croce, bloccato da anni per il fallimento della ditta e per il quale non c’è ancora una soluzione: l’impresa infatti non ha mai riconsegnato il cantieri all’Aler. “Su quell’area – afferma Rocchetti – c’era un progetto di costruzione di 8 abitazioni lato ferrovia e di ristrutturazione del palazzo a torre verso la strada, con realizzazione di un parcheggio interrato. Quello che stiamo pensando di fare è invece di demolire il palazzo e convertire l’area a parcheggio a raso, nel contempo recuperando finanziamenti per terminare le 8 unità immobiliari iniziate”. E poi la questione Cambonino: “Il garage seminterrato che funge da deposito rifiuti è inadeguato, ma esiste soprattutto un problema di educazione”. Ma c’era già un’intesa (poi stracciata da parte di Boldori) con il Comune per la costruzione di un fabbricato esterno in cui collocare i bidoni della differenziata: “Non sono sicuro che poi questo locale verrebbe usato correttamente – risponde Rocchetti – in altri termini non vorrei che una volta realizzato, ci finissero dentro anche materassi, mobili, ecc. Come ho detto, lì il problema è soprattutto di educazione. A breve mi incontrerò con gli assessori competenti per riprendere in mano la questione”. g.biagi

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