Cronaca

Quota 100, fuga dei dipendenti comunali, la Cgil lancia l'allarme su tenuta servizi

Dipendenti del Comune in assemblea (foto d'archivio)

Il futuro dei servizi comunali nelle mani di personale sempre più ridotto e sempre più anziano. Il sindacato della Funzione Pubblica della Cgil ha diramato un volantino sulla rete Intranet del Comune rivolto direttamente ai candidati sindaci: nei dibatti preelettorali – si legge, si parla di tutto, ma “non si trova un cenno relativo alle risorse umane necessarie per l’erogazione dei servizi, anche se nessuno ha pensato di diminuirli. Anzi. Auspichiamo però che siano ben noti la situazione del personale ed i vincoli sulle possibilità di assunzione, perchè quel che è certo è che nella prossima tornata amministrativa si dovrà fare il conto con una riduzione del personale mai vista: alla grave carenza attuale si aggiungeranno infatti le conseguenze di un’età media molto elevata, e quindi un gran numero di pensionamenti, anche per effetto dell’introduzione della quota 100”.

Circa 120 su poco meno di 700 dipendenti, da un calcolo approssimativo, le persone che potrebbero andare in pensione nel prossimo quinquennio e il ripristino del turn over al 100% non è un’assoluta certezza. “Innanzitutto bisogna vedere se lo metteranno in pratica davvero”, spiega Giorgio Salami, Rsu Cgil. “Poi c’è da capire se si tratta di una sostituzione sul piano numerico o sul piano economico. Le ultime assunzioni fatte riguardano tutte categorie C o D, di per sé più onerose rispetto a personale in uscita di categorie più basse”. La domanda quindi resta una: “Si possono promettere più servizi, oppure occorrerebbe spiegare come garantire quelli attuali? Qualche esempio: nei nidi e nelle materne c’è una ridottissima possibilità di sostituzione in caso di assenza di una insegnante; nella polizia locale ci sono sempre maggiori richieste di servizi più simili a quelli di polizia, nascosti sotto la parvenza di ‘viabilità’”.

C’è poi un altro tema su cui da sempre batte la Cgil, quello delle performances, ossia il metro di valutazione delle prestazioni dei singoli dipendenti, su cui si basano anche le premialità. “Se con il precedente segretario generale abbiamo solo perso tempo – aggiunge Salami –  con quello attuale è in atto un dialogo fatto di faticosi passi avanti. Abbiamo ottenuto le progressioni orizzontali, è vero, ma ancora non c’è traccia di un sistema di valutazione trasparente, che possa dare conto quello che un dipendente fa e in quanto tempo. Un presupposto indispensabile, questo, anche per proseguire nel processo di smart working su cui il Comune punta molto (di recente la Giunta ha pure approvato un regolamento per disciplinare il lavoro ‘flessibile’ tra meno il 10% dei dipendenti) ma di fatto le prestazioni dei dipendenti sono ancora ben lontana dall’essere misurate in maniera obiettiva”. g.b.

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