Cronaca

Morì investito. Le telecamere scoprono l'inganno: alla guida il marito e non la moglie

Il pomeriggio del 25 novembre dell’anno scorso, poco dopo le 16, una Volkswagen Tiguan con a bordo i coniugi Alessandro Daniele Romani e Ileandra Amodio, che viaggiavano con i loro due figli, aveva investito e ucciso Antonio Sambusseti, noto imprenditore cremonese di 51 anni, socio e amministratore delegato della Cavel S.r.l., azienda produttrice di cavi elettrici, travolto mentre si trovava in sella alla sua bicicletta. L’incidente era accaduto a Castelverde, in località Costa Sant’Abramo in via San Predengo. Il colpo di scena negli accertamenti sulla dinamica dell’investimento è spuntato grazie alla visione delle immagini delle telecamere dell’azienda visionate dagli agenti della polizia stradale di Pizzighettone che all’epoca avevano effettuato i rilievi. Si è infatti scoperto che al volante non c’era la donna, come dichiarato dalla stessa alla polizia al momento dell’intervento, ma il marito. Subito dopo l’incidente, la coppia si era scambiata di posto, dichiarando quindi il falso. Dalle immagini delle telecamere, si vede infatti la Amodio, dopo l’investimento, scendere dalla parte del passeggero. Ora la procura ha chiuso le indagini. Romani risulta indagato con l’accusa di omicidio stradale, mentre la moglie di autocalunnia. Agli atti c’è la perizia cinematica disposta dalla procura secondo la quale l’auto viaggiava ad una velocità superiore di quasi il doppio rispetto al limite che su quella strada è di 40 chilometri orari. Per i consulenti della procura, se anche il ciclista avesse improvvisamente svoltato, l’incidente non si sarebbe verificato se la macchina avesse rispettato i limiti. La difesa dei due indagati, invece, proprio su quella manovra azzardata che il 51enne avrebbe compiuto, sostiene possano esserci margini per un concorso di colpa. La famiglia di Sambusseti è assistita dall’avvocato Guido Maria Giarrusso, mentre la coppia dall’avvocato Vito Castelli che sta aspettando l’esito della perizia cinematica di parte prima di far interrogare i suoi assistiti. La Amodio avrebbe agito così d’impulso per non far perdere al marito lavoro e patente.

Sara Pizzorni

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