Cronaca

Ultraleggero caduto, 2 morti La perizia ha stabilito le cause: 'La nebbia e la scarsa visibilità'

L’avvocato Cortellazzi

Il 29 gennaio del 2017, dopo trenta minuti di volo, un ultraleggero era precipitato schiantandosi al suolo a due km dalla pista del Migliaro, in un campo poco distante dalla cascina Breda de Bugni. Morirono sul colpo due imprenditori: il pilota, Gianluigi Petranca, 67 anni di San Rocco al Porto (Lodi), e il passeggero, Valeriano Zoppetti, 63enne di Castiglione d’Adda. Quella mattina verso le 13 i due erano partiti dall’aeroporto di Gragnano (Piacenza) a bordo dello Skyleader 600 di Petranca, un aereo dalle buone prestazioni. I motivi dell’incidente sono stati illustrati in una perizia disposta dalla procura e stilata dagli ingegneri Massimo Maria Bardazza e Pierangelo Adinolfi che avevano visionato il velivolo, le strumentazioni, il motore e le condizioni meteo di quel giorno. Secondo i periti,”l’incidente è avvenuto a causa delle condizioni di scarsa visibilità che si sono presentate al pilota al momento dell’atterraggio, obbligandolo a degli assetti inusuali ormai a bassa quota”, quindi ad effettuare manovre che hanno portato il velivolo in stallo e di conseguenza non più governabile. “Le condizioni”, hanno accertato gli esperti, “erano di scarsa visibilità in quanto vi era della foschia sia in quota che in procinto dell’atterraggio”.

Escluso qualsiasi altro evento dovuto al malfunzionamento dell’ultraleggero. La perizia ha infatti ritenuto regolare il funzionamento del gruppo motopropulsore. Anche l’analisi della catena dei comandi relativi ai piani di coda orizzontale e verticale ed agli alettoni, risultati integri, ha portato ad escludere un cedimento strutturale degli organi di governo del velivolo. L’analisi dei dati di volo ha mostrato che “il motore era regolarmente funzionante fino al momento dell’impatto al suolo. Il volo è proceduto in maniera regolare fino in prossimità dell’aeroporto del Migliaro, qualche minuto prima dell’incidente. In procinto dell’atterraggio il velivolo ha eseguito una virata a sinistra di circa 270 gradi, con angoli di rollio sempre maggiori, fino a ritrovarsi in una situazione in cui l’aereo ha assunto un assetto non più controllabile. La velocità è quindi diminuita al di sotto del valore della velocità di stallo, vale a dire la velocità al di sotto della quale le forze di sostentamento del velivolo, dirette verso l’alto, diventano minori della forza peso (diretta verso il basso). In queste condizioni il velivolo non è più governabile e per uscire da tale situazione occorre compiere delle manovre che richiedono una quota sufficiente perchè abbiano successo. Se l’altezza rispetto al terreno è troppo bassa, la conseguenza è l’inevitabile impatto al suolo”. Avverse, invece, le condizioni meteo, che “al momento dell’incidente erano di nebbia e scarsa visibilità”.

Gianluigi Petranca era un imprenditore molto noto: era proprietario della Vigorplant, azienda leader europea nella produzione di terricci ed era abituale frequentatore dell’aeroclub del Migliaro. Anche Valeriano Zoppetti era un imprenditore conosciuto. I suoi familiari, tramite l’avvocato Massimiliano Cortellazzi, hanno ottenuto il risarcimento dall’assicurazione.

Sara Pizzorni

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