Cronaca

Campagna Amica in centro, blitz vigili. Coldiretti: 'Nostro diritto, paghiamo plateatico'

E’ braccio di ferro tra Comune e Coldiretti sul Mercato di Campagna Amica in centro città, iniziativa che ha suscitato molto interesse nella cittadinanza. L’associazione degli agricoltori cerca da tempo di promuovere uno spazio di vendita sotto i portici del Consorzio Agrario, che sono di proprietà privata, in un giorno durante la settimana. Si è trovata però di fronte il muro alzato dall’amministrazione comunale, che ha risposto con una diffida.

Al centro del contenzioso ci sarebbe una diversa interpretazione della normativa di riferimento: secondo il Comune, infatti, i banchi di Coldiretti non avrebbero licenza di vendita e dovrebbero chiedere un permesso speciale, mentre secondo Coldiretti, forte di numerose sentenze di questo tipo in tutta Italia, trattandosi di suolo privato, sebbene ad uso pubblico e con una servitù di passaggio, non vi sarebbe nessun obbligo in questo senso.

Dunque nella mattinata di mercoledì l’associazione, con il direttore Mauro Donda in prima linea, si è presentata ugualmente nonostante la diffida dell’amministrazione, con una dozzina di banchi, “che hanno regolarmente pagato il plateatico” sottolinea il direttore della Coldiretti. Moltissime tra l’altro le persone che si sono presentate ai banchi per fare acquisti di prodotti a chilometro zero: frutta, verdura, miele, uova, formaggi e altri prodotti derivati dalla coltivazione della terra e dall’allevamento.

Non si è fatta attendere la reazione del Comune: intorno alle 10.15 la Polizia Locale di Cremona ha fatto un blitz sotto i portici del Consorzio, identificando tutti i produttori locali presenti con i propri stand e misurando ogni banco. E’ seguita la consegna di un verbale ispettivo a tutti i presenti, in cui si indica che non è stata visionata “alcuna documentazione riguardo la regolarità dell’attività esercitata” e che verrà fatta “una valutazione successiva”.

“Non crediamo che 150 metri quadri di area di vendita per mezza giornata alla settimana possano creare un problema al commercio della città” commenda Donda. “Il mercato di Campagna Amica è ben poca cosa rispetto ai centomila metri quadri di superfici concessi tranquillamente ed in pochi anni ai centri commerciali”. Secondo l’associazione, tra l’altro, negli ultimi anni le difficoltà poste dal Comune di fronte alle richieste di spazi sono state numerose: “Abbiamo chiesto di poter fare un mercato mensile nei quartieri ma ce lo hanno negato, nonostante siano stati i cittadini stessi a chiederlo; inoltre hanno anche ridotto il numero di presenze in piazza Stradivari, da 16 a 10 all’anno”.

LA VERSIONE DEL COMUNE – L’area oggetto della richiesta, “pur essendo di proprietà privata, è soggetta a servitù attiva di pubblico passaggio costituita con atto n.427/277 del 27 ottobre 1939” scrive l’amministrazione nella diffida. “Tale atto evidenzia come nel caso di esposizione di arredi a corredo di attività commerciali, sia previsto il pagamento della relativa tassa di posteggio (oggi canone di occupazione suolo pubblico). Tale puntualizzazione altro non fa che connotare la suddetta area di uno status “pubblico “ come da noi già ampiamente sostenuto”.

Secondo l’amministrazione, “laddove esista una servitù di pubblico passaggio a favore del Comune, questo sia legittimato a pretendere il normale esercizio della servitù, nella fattispecie attraverso una autorizzazione che possa imporre eventuali limitazioni a tutela e garanzia del passaggio”. E secondo il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali del 20 novembre 2007, “i mercati agricoli di vendita diretta possono essere costituiti su area pubblica ad opera di imprenditori agricoli, associazioni di categoria o di produttori agricoli, previa richiesta di autorizzazione e non di semplice comunicazione come nel caso in esame” si legge ancora nella diffida, che si avvale anche della circolare Agricoltura della Regione Lombardia dell’ 11 dicembre 2008 n.25389, che “invita l’Amministrazione Comunale, al fine di impedire il generarsi di confusione nei consumatori, di evitare che i mercati di vendita diretta si svolgano nello stesso giorno o luogo dei mercati ordinari”.

Dunque, secondo il Comune, in questo caso “la procedura da attivare non è quella della comunicazione ma quella della richiesta di autorizzazione”, i cui i tempi di rilascio “sono pari a 60 giorni” e quindi “la comunicazione” presentata da Coldiretti “è intempestiva”.

Laura Bosio

Fotoservizio Francesco Sessa

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