Cronaca

'La Cremona rossa' (che fu) Il nuovo libro di Azzoni presentato da Cremonabooks

Cremona rossa. Figure e vicende della sinistra cremonese nel ‘900. Questo il titolo del libro di Giuseppe Azzoni, edito da Cremonabooks, presentato venerdì 27 gennaio alle ore 16.30 presso la Sala Puerari del Museo Civico “Ala Ponzone” (via Ugolani Dati 4). Interverranno Maria Luisa Betri, Fausto Cacciatori e l’autore Giuseppe Azzoni.

Il pensiero politico “liquido”, i partiti “leggeri”, la mestierizzazione del mandato, il ripudio della “memoria”: ecco, in sintesi, i segmenti della filiera che, da “mani pulite” in poi, ha modificato la genetica della politica. Quella che i non più giovani hanno conosciuto (e a cui, molto probabilmente, non pochi si rivolgono, se non proprio nostalgicamente, almeno con considerazione). Quella che i giovani, magari anche in modo critico, dovrebbero conoscere.

La massima (maoista) della “grande confusione sotto il cielo: la situazione è ottima”, per un ventennio voucher del nuovismo antagonistico all’”ideologia” (termine disinvoltamente confuso con il dogmatismo) comincia, con il portato di perdita del senso del reale, a presentare il conto. Si sono liquidate, unitamente al “secolo breve”, le “ideologie” (studio delle idee) che, nella vulgata, ne hanno costituito la griffe maggiormente demonizzata; nella presunzione che non occorressero più valori generali da condividere e da tenere come sicurvia comunitario. Ma, soprattutto, nella certezza che le conquiste civili e sociali fossero per sempre.

Non è così come il mutamento epocale in corso sta dimostrando su tutto il fronte. Non esiste più nessuna certezza sull’intangibilità del complesso di diritti, tutele, opportunità conseguito in decenni di testimonianze e di contrasti politici e civili. Quel che più grave è che si è persa la grammatica del pensiero politico, dei concetti di solidarietà, di iniziativa civile tesa alla conquista di accettabili condizioni di libertà, democrazia, giustizia ed equità.

E’ a questo complesso di riflessioni comparative che rinviano, in sostanza, la lettura e la ponderazione del bel lavoro di ricerca, intitolato “Cremona rossa – figure e vicende della sinistra nel ‘900 cremonese”, che verrà presentato, con la partecipazione della prof. Maria Luisa Betri, docente di storia contemporanea alla Statale di Milano e dell’editore Cacciatori (Cremonabooks) venerdì 27 gennaio alle ore 16,30 in Sala Puerari.

Per il suo autore, Giuseppe Azzoni, non costituisce l’opera prima; egli avendo alle spalle un rilevante percorso di ricerca e di divulgazione del pensiero politico e sociale, dei movimenti e delle istituzioni, di cui, peraltro, è stato un eminente testimone per mezzo secolo. Detto forse un po’ arbitrariamente, il lavoro può essere considerato l’integrazione e la prosecuzione della già eccellente “Storia del PCI cremonese dal 1945 al 1953” pubblicato nel 2004 sempre da Cremonabook.

Con il nuovo lavoro Azzoni, che, nel frattempo, sta avviando a conclusione un’altra ponderosa ricerca sul “ventennio” a Cremona, allarga l’orizzonte della scansione degli avvenimenti e dei loro protagonisti a tutto lo scenario. Se è permesso considerare, la galoppata di Azzoni nella vasta prateria delle vicende politiche del ‘900 cremonese non segue un’intelaiatura rigido e predeterminata. Appare, bensì, orientata ad un format tematico-temporale, teso a fornire un grande ventaglio di fatti e di notizie (da consultare) piuttosto che una visione assertiva dei processi e delle vicende portati in emersione dalla ricerca. I fatti ed i personaggi, prima che scompaiano dal radar della conoscenza, sono stati questi. Poi, videant consules.

Ed anche se è implicito nella scelta dei segmenti e nel vissuto dell’autore da che parte egli si collochi, ciò non toglie nulla alla rigida aderenza fattuale. Va aggiunto, in conclusione, che l’autorevolezza della ricerca, certificata, se ve fosse bisogno, da una ponderosa bibliografia e da una minuziosa consultazione del prezioso archivio storico della Camera del Lavoro e dell’Archivio di Stato, si è avvalsa di impareggiabili testimonianze, orali e documentali, fornite, come nel caso di Franco Dolci, da autorevoli protagonisti delle vicende analizzate.

Enrico Vidali

 

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