Cultura

Quel filo rosso (cremonese) che unì Constance de Rotschild a Conan Doyle

L’opera di ricerca del ricercatore cremonese Marco Bragazzi lo ha portato a scoprire come Cremona abbia ispirato – e in qualche modo legato – Costance de Rothschild ed Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes.

di Marco Bragazzi

Esiste una città, Cremona, che collega la storia di due scrittori. La storia che verrà raccontata da questi due autori tra di loro contemporanei è profondamente diversa: se il primo, sir Arthur Conan Doyle, fervente nazionalista scozzese, narra nel poema ‘Cremona’ del 1882 le gesta eroiche avvenute nel contesto di una famosa battaglia del 1702; la seconda, inglese di nascita, Constance de Rotschild narra la storia di una ragazza e di un amore unico. Constance de Rothschild, futura Lady Battersea, erede della famosissima casata di banchieri, verso la fine del 1800 arrivò in città durante un suo lungo viaggio in Italia, scoprendo l’amore per la città e per la liuteria cremonese. Da sempre sostenitrice dei diritti delle donne e filantropa di moltissime iniziative per l’istruzione delle classi più povere, da quel viaggio decise di scrivere il racconto “The dumb maiden of Cremona” (La ragazzina sorda di Cremona) e di dedicarlo ad un’altra emancipatrice del gentil sesso, Wilma Norman Neruda. Negli scritti dell’autrice inglese si sovrappongono i sentimenti di una giovane ragazza cremonese verso la musica e la liuteria e quelli nei confronti di un liutaio di nome Antonio E., conosciuto come Stradivari, che riuscirà a dare voce alla ragazza muta dalla nascita. Nel racconto, Giovanna è una bellissima ragazza figlia dell’amministratore della città di Cremona di inizi ‘700. Antonio con un suo violino riesce laddove i medici non arrivano: la passione del legno e delle vernici da lui utilizzate renderanno la parola, anche se attraverso un archetto, alla ragazzina cremonese la quale, prima di ogni altra cosa, scoprirà e farà suo il caldo suono di un violino Stradivari riuscendo ad esprimere il naturale sentimento d’amore per Antonio.

Due modi diversi di raccontare Cremona grazie a due figure unite da madame Norman Neruda: a lei la Rotschild dedicò il racconto cremonese, mentre Conan Doyle parlò di lei quale destinataria delle attenzioni musicali di Sherlock Holmes e del dottor Watson nel racconto “Uno studio in rosso”.

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