Cronaca

'Dies academicus' alla Cattolica; nuova sede a S.Monica sempre più vicina

foto Sessa

Ecco come diventerà l’ex convento di Santa Monica, a conclusione dell’intervento di recupero edilizio che sta procedendo a ritmo serrato e che trasformerà un’area abbandonata da decenni nel campus universitario della Cattolica. Il plastico campeggiava questo pomeriggio nell’atrio dell’attuale sede cremonese dell’ateneo, quel palazzo Ghislaberti di via Milano che nonostante gli interventi  di adeguamento fatti negli scorsi anni, è diventato insufficiente a soddisfare le esigenze di un’università in crescita. Lo ha spiegato il rettore Franco Anelli nel discorso introduttivo della cerimonia di apertura del nuovo anno accademico, alle presenza delle autorità locali, lasciando poi la parola a Francesco Centonze, professore ordinario di Diritto Penale nella facoltà di Economia e Giurisprudenza.

Il campus  sarà pronto per ospitare i corsi già dal 2020 ed è frutto di un accordo che vede la fondamentale partecipazione di  Fondazione Arvedi Buschini (oggi rappresentata in Aula Magna da Renato Crotti) Fondazione Cariplo, Comune, Provincia, Regione Lombardia. Come si può vedere dal plastico, il chiostro dell’ex convento sarà occupato da uffici amministrativi, studi e aule Smea (l’alta scuola in management ed economia agro alimentare) e laboratori didattici; a fianco ci saranno gli spazi riservati al Cersi, il centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale, mentre i corsi di laurea triennale si terranno, insieme ad altre funzioni nel fabbricato dell’ex magazzino carri. Completano il contesto ampi spazi aperti e non per lo studio; una caffetteria, il parcheggio interno, aule informatiche. L’obiettivo è di aggiungere nuovi corsi nell’ottica di una sempre maggiore internazionalizzazione degli stessi. Nel medio termine il numero di studenti raggiungerà il migliaio di presenze. La sede cremonese sta già ora intercettando, mediante progetti di ricerca, altri importanti finanziamenti, primo fra tutti il Cremona Food Lab di cui è promotore il comune di Cremona, insieme a Provincia e Camera di Commercio e che ha consentito di intercettare un importante contributo di Fondazione Cariplo; oltre ad altri contributi da parte di privati (1,3 milioni da fondazione Invernizzi; un altro progetto sostenuto da fond. Cariplo e Regione per 1,6 milioni).

A proposito del Cremona Food Lab – per il cui sviluppo sarà fondamentale poter usufruire dei nuovi spazi a Santa Monica –  il sindaco Gianluca Galimberti ha ricordato come nel 2014 si sia scelto di investire nel settore universitario per favorire l’interscambio tra settore primario, secondario e università, offrendo reali opportunità di lavoro per i giovani di Cremona e del circondario: “Non basta dire a parole che bisogna evitare la fuga dei cervelli, bisogna fare dei passi concreti e noi abbiamo scelto di investire in formazione, ben sapendo che una città ha tante necessità e forse questa non era neanche quella più visibile agli occhi della cittadinanza. Ma è sostenendo il flusso della conoscenza che si à un futuro”. Parole di apprezzamento sono state dirette a Giovanni Arvedi, “una persona di straordinaria lungimiranza ed energia. Questa è una bella stagione e quello che mi piace è che ogni anno siamo qui a raccontare i progressivi step di questo progetto, che sta procedendo in maniera rapida ed incisiva e che mette ancora di più Cremona e Piacenza al centro dell’Europa”.

Attualmente la sede cremonese conta 372 iscritti; 2233 sono i laureati, diplomati e titolari di master. Tra i corsi di laurea che prenderanno il via, oltre a quelli consolidati, la Laurea magistrale in Food Processing con una sempre maggiore ‘contaminazione’ tra discipline diverse, dal diritto penale alla psicologia. Il pomeriggio alla Cattolica si è concluso con la consegna dei diplomi dei corsi di laurea di I livello, dei master e dei diplomi delle lauree magistrali  g.b.

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