Lettere

Caso piscina,
assurdo non revocare
subito la licenza

da Maria Vittoria Ceraso - capo gruppo Obiettivo Cremona

Nei giorni scorsi sono circolate notizie relative a controlli dell’Ats presso la piscina comunale e a chiusure improvvise della stessa per presunte manutenzioni. Ingenuamente ho pensato che finalmente qualcosa si stesse muovendo e che tutte le lamentele degli utenti relative a guasti, disservizi e soprattutto alle anomali reazioni al cloro, come irritazione della pelle e bruciore agli occhi, avessero trovato finalmente ascolto nelle autorità competenti.

Ma l’impressione è che anche stavolta la volontà dell’Amministrazione sia quella di ridimensionare il tutto applicando (o minacciando di applicare) eventualmente qualche sanzione ma escludendo per ora una revoca della concessione.
Se già ritenevo grave che il Comune non avesse avviato la procedura di risoluzione della convenzione con Sport Management nonostante l’applicazione di tariffe superiori rispetto a quelle previste in Convenzione (tutt’ora in essere), la mancata realizzazione dei lavori accessori nei tempi previsti, le lamentele di disservizi degli utenti del nuoto libero e delle società Canottieri e l’obbligo di acquisto di inutili badge, trovo incomprensibile che di fronte ad un problema che riguarda la salute pubblica il Comune tergiversi ancora nel dare risposte chiare ai cittadini. Come si fa a rimanere indifferenti di fronte a genitori che segnalano difficoltà di respirazione dei propri bambini, reazioni cutanee, forte odore di cloro ecc.?

In particolare il Sindaco che, all’inizio della nuova gestione, si è fatto fotografare più volte nella struttura tra salottini rinnovati e pareti tinteggiate, si è forse dimenticato di essere il garante della salute dei cittadini e che come massimo responsabile della salute pubblica in città è autorizzato ad esercitare una serie di poteri anche molto incisivi per garantire il benessere delle persone? Dobbiamo aspettare che accada qualcosa di più grave rispetto ai casi segnalati per l’adozione dei provvedimenti del caso?
Perché, salvo pensare ad un’ ipocondria di massa, qualcosa che non va evidentemente c’è e  anche in questi giorni bambini e adulti continueranno a nuotare e a frequentare un contesto che ha delle criticità che si ripercuotono sul loro benessere fisico.

D’altronde durante il Consiglio Comunale in cui la maggioranza ha votato per l’affidamento della gestione della piscina a Sport Management per 25 anni avevo segnalato e documentato la lista di inadempienze, revoche appalti e cattiva gestione in relazioni ad alcuni impianti in Italia gestiti dalla stessa società.

Solo a titolo esemplificativo nel novembre 2013 con un’ordinanza dell’Asl è stata chiusa a tempo indeterminato la piscina di Bordighera con divieto di balneazione e conseguente richiesta di revoca dell’appalto. Nel 2012 l’Asl di Treviglio ha riscontrato carenze igieniche e incuria alle piscine comunali, chiedendo al Comune la chiusura dell’impianto.
Nel gennaio 2013 nell’impianto di Rimini si è rotto il macchinario del Cloro e 16 persone sono rimaste intossicate.
Nel 2017 l’Ats Brianza ha giudicato la piscina del centro sportivo “Al Bione” non balneabile per la presenza oltre soglia di un batterio.
A fine giugno 2018 i controlli dell’Ats Insubria nella piscina comunale di Cantù hanno rilevato, livelli oltre tre volte superiori ai limiti. Per rischi legati a possibili «infezioni cutanee, oculari, otiti, infezioni intestinali», il Comune di Cantù è stato costretto a intervenire con un’ordinanza.

Solo a Cremona non riusciamo a tutelare la salute dei cittadini? Tutto questo è inaccettabile!

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