Cronaca

Chiusa l'indagine sul doping 4 indagati, tra cui un poliziotto Coinvolto anche un medico

Nella foto, da sinistra Catapano, Varriale e Losi
Catapano (a sinistra) con l’avvocato Luca Curatti

La procura di Cremona ha chiuso le indagini relative all’operazione sul doping ‘Good Drugs’ portata a termine lo scorso dicembre dagli uomini della squadra mobile di Cremona. Nell’avviso di conclusione delle indagini, oltre al poliziotto Vincenzo Catapano, 47 anni, e ai due trentenni Biagio Varriale, di Cremona, e Loris Losi, di Codogno, c’è anche un altro indagato: si tratta di un medico lombardo che per l’accusa avrebbe confezionato una falsa ricetta di sostanze dopanti. Al termine delle indagini, durate un anno, sia Catapano, agente in servizio presso la sala operativa della Questura, che Varriale e Losi, erano finiti agli arresti domiciliari. Attualmente tutti e tre hanno la misura dell’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria.

A Catapano, per ora sospeso dal servizio, sono contestate le accuse di commercializzazione di sostanze dopanti, ricettazione di anabolizzanti, il cui acquisto è vietato dalla legge, e detenzione finalizzata allo spaccio di farmaci a base di nandrolone, considerato uno steroide anabolizzante ed inserito dal 2010 nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Secondo quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni telefoniche, i tre, frequentatori di una palestra di Cremona, avrebbero ceduto ad altri atleti amatoriali le sostanze proibite.

In particolare, Catapano e Losi, sia in concorso tra loro che con condotte indipendenti, avrebbero commercializzato, “procurandoli a numerosi appassionati di body building, farmaci e sostanze farmacologicamente o biologicamente attive, idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”. Lo avrebbero fatto, sempre per l’accusa, “al di fuori dei canali costituiti da farmacie aperte al pubblico, farmacie ospedaliere, dispensari e altre strutture”, “prendendo direttamente contatti con fornitori terzi e acquirenti e provvedendo direttamente all’approvvigionamento”. Sempre secondo la procura, i farmaci sarebbero stati forniti a Catapano da Varriale,  “con sistematicità, attraverso diversi canali di approvvigionamento”.

Da parte sua, tra il 2015 e il febbraio del 2018, Catapano avrebbe a sua volta ceduto a tre atleti un farmaco a base di nandrolone che deteneva presso la propria abitazione. Farmaco, questo, contenente una sostanza indicata nella tabella dei medicinali a base di stupefacenti e psicotropi. Losi, invece, tra il 2014 e il febbraio 2018 avrebbe ceduto lo stesso farmaco ad altri due appassionati di body building.

Al poliziotto è contestata anche la ricettazione, in quanto “al fine di rivenderli, e quindi di trarne profitto”, avrebbe ricevuto i farmaci da Biagio Varriale.

“Tutto sembra eccessivo e sproporzionato per Catapano”, ha sostenuto fin dall’inizio il suo difensore, l’avvocato Luca Curatti. “Il mio cliente è incensurato ed è un poliziotto, la sua è solo una grande passione per questo sport che inevitabilmente, per chi lo pratica in questo modo così forte può portare a luci ed ombre. Ci sta il fatto che assuma sostanze che possano migliorare la prestazione, ma è pur sempre per uno scopo amatoriale e non agonistico, è una sfera privata. Non esiste alcuna ipotesi di una struttura che possa commercializzare o diffondere sostanze”.

Ora, una volta ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini, gli indagati potranno presentare memorie, produrre documenti e chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio. Dopodiché per loro potrebbe profilarsi la richiesta di rinvio a giudizio.

Sara Pizzorni

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